Dove ha sbagliato l’occidente? Che cosa non ha capito del mondo islamico che invece andava recepito? Di certo c’è stata l’assurda convinzione che le cosiddette Primavere Arabe fossero un movimento che mirava all’ottenimento di più Diritti. Forse all’inizio è anche stato così, forse all’inizio i ragazzi scesi per primi in piazza miravano proprio a questo, ai Diritti e alla libertà. Ma da quelle prime manifestazioni per la libertà alla intromissione della Fratellanza Musulmana e degli estremisti nelle rivolte il passo è stato brevissimo.
Primo errore: credere a un Islam moderato
Obama nel suo primo discorso all’università del Cairo lanciò il concetto di Islam moderato con un chiaro riferimento alla Fratellanza Musulmana e individuando in essa l’Islam politico. Fu il primo di una lunga serie di errori di Obama seguito a ruota da tutto l’occidente. Individuare nella Fratellanza Musulmana la rappresentazione dell’Islam moderato è un po’ come credere fermamente nella “teoria del male minore”. Tra due mali si sceglie quello che per noi è il male minore senza nemmeno cercare di curarli. La Fratellanza Musulmana è tutto fuorché un movimento moderato e le parentesi nelle quali ha governato in Egitto e in Tunisia ne sono la prova. E cosa dire del fatto che un movimento terrorista come quello di Hamas è di fatto una costola della Fratellanza Musulmana? Di fatto allo stato attuale all’interno del mondo islamico non esiste un movimento moderato, c’è solo qualche movimento meno violento e un poco più politico rispetto agli jihadisti duri e puri, ma l’espansione dell’Islam e della Sharia a tutto il mondo è un obbiettivo comune a tutti i movimenti islamici da raggiungere con qualsiasi mezzo. Nel momento in cui non capiamo l’obbiettivo di qualsiasi buon fedele islamico, di fatto cediamo terreno a loro favore.
Secondo errore: credere alla integrazione dell’Islam nel mondo occidentale
Il secondo grave errore che si è fatto è stato quello di credere alla integrazione degli islamici nel mondo occidentale. Si è creduto che le seconde e terze generazioni di musulmani essendo nati e cresciuti in Europa ragionassero in maniera diversa rispetto ai loro “fratelli” nati e cresciuti nei paesi islamici. Si è pensato che si fossero integrati con il mostro mondo e la nostra cultura. Nessuno ha fatto però i conti con la ideologia islamica che non prevede l’integrazione nelle altre culture bensì la loro assimilazione. Così nel corso degli anni, forti di un movimento europeo trasversale che credeva fermamente nella loro integrazione, hanno potuto lavorare con calma al potere finanziario e politico, ma soprattutto hanno potuto mantenere nelle giovani generazioni i tratti salienti dell’Islam radicale, quello stesso tipo di Islam che oggi spinge migliaia di giovani musulmani ad andare a combattere nelle fila del ISIS o quantomeno a sostenerne le ragioni. Non ci dobbiamo quindi meravigliare che giovani nati e cresciuti in occidente, di fatto cittadini europei, americani, canadesi, australiani ecc. ecc. vadano a combattere con l’ISIS. E’ una normale evoluzione della cultura con cui sono cresciuti quando noi credevamo, forse per troppa supponenza, che crescessero con la nostra cultura. Il silenzio/assenso di buona parte dell’associazionismo musulmano sulle violenze del ISIS e degli altri gruppi Jihadisti è li a provarlo come un macigno.
Terzo errore: armare gli “islamici moderati”
Il terzo errore, forze il più grave, è la diretta conseguenza dei primi due. Gruppi come l’ISIS, Al-Nusra e tutti gli altri che agiscono nella galassia Jihadista, sono creazioni dell’occidente, armati dagli stati occidentali con l’obbiettivo di abbattere quelle che per noi erano dittature sanguinarie. Si è iniziato con Mubarak, si è passati a Ben Alì e si è finito con Gheddafi, passando per i tentativi più o meno evidenti di rovesciare Assad in Siria, Mohamed in Marocco e Abd Allah in Giordania. L’idea obamiana di un Islam moderato governato dalla Fratellanza Musulmana ha creato un mostro con decine di teste che adesso si rivoltano contro i loro stessi creatori. Iraq e Siria sono ormai un teatro di guerra permanente, la Libia è nel caos più totale ed è diventata una vera e propria porta per esportare finalmente la Jihad in Europa. E non dimentichiamo le decine di conflitti in Africa, cosa di cui purtroppo si parla sempre poco, condotti sempre nel nome della Jihad. Per una ragione o per l’altra siamo sempre noi occidentali ad armare le mani degli assassini islamici, che sia il controllo del petrolio, il mercato delle pietre preziose o altri interessi geopolitici. E se non li armiamo direttamente chiudiamo gli occhi quando lo fanno gli altri o lo facciamo indirettamente. Un caso eclatante è la fornitura di 11 miliardi di dollari in armi dagli Stati Uniti al Qatar. A chi pensate che vadano tutte quelle armi? Oppure pensate che uno Stato come il Qatar con poco più di 1,5 milioni di persone e con un esercito ai minimi termini abbia davvero bisogno di tutte quelle armi?
Il risultato sono ISIS, Al-Nusra, Hamas, Boko Haram, al-Shabaab ecc. ecc.
Il risultato della concatenazione di errori occidentali sono i vari ISIS, Al-Nusra, Hamas e via dicendo, errori aggravati anche dalla “componente umanitaria”, quello strano insieme di azioni che porta l’occidente a correre in aiuto dei “bisognosi” finendo immancabilmente per continuare a finanziare il terrorismo. Lo vediamo con Hamas a Gaza, con gli al-Shabaab in Somalia e fino a ieri lo abbiamo visto con Al-Nusra e l’ISIS in Siria. A questo bisogna aggiungere il fatto che, letteralmente parlando, abbiamo allevato le nuove generazioni di Jihadisti in casa nostra, ce le siamo messi in casa e li abbiamo tirati su perché adottassero l’ideologia della Jihad credendo stupidamente che li potessimo cambiare, magari fornendo loro un sistema sociale impeccabile. Ora ci accorgiamo che non è così. E forse è troppo tardi per tornare indietro, con milioni di musulmani affascinati dalle eroiche gesta dei combattenti del ISIS. Le Primavere Arabe sono solo un lontano ricordo.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Carlotta Visentin
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