egitto cristiani copti

Decine e decine di famiglie di cristiani copti hanno lasciato o stanno lasciando in queste ore le loro abitazioni nella Penisola del Sinai. Il motivo di questa vera e propria fuga (o deportazione volontaria) sono le minacce ricevute da diversi gruppi islamici.

A renderlo noto ai media (anche se quasi tutti hanno taciuto la notizia) è stato l’altro ieri Mikhail Antoine, sacerdote della chiesa di El Arish, il quale ha anche detto che le autorità egiziane sono state avvisate delle pesantissime minacce ricevute dalla comunità dei cristiani copti, ma che non hanno fatto assolutamente niente per proteggere i cristiani che abitano nella Penisola del Sinai, anzi, sembra quasi che ne siano contente.

“La gente ha paura e per questo lascia le sue abitazioni per andare da parenti al Cairo o addirittura per lasciare il Paese – ha detto padre Mikhail Antoine alla Reuters, aggiungendo che – mi sembra che ci sia da parte del Governo egiziano la piena consapevolezza che sia in atto un tentativo di epurazione dei cristiani da parte degli estremisti islamici ma che questo non li tocchi minimamente”.

Nei giorni scorsi sono stati attaccati a colpi di mitragliatore diversi negozi gestiti da cristiani copti, hanno sparato contro diverse abitazioni e hanno minacciato di dare alle fiamme la chiesa di El Arish. Alcune abitazioni sono state “segnate” con una croce (vi ricorda qualcosa questo?) per indicare che in quelle case abitano dei cristiani. “Sembra di rivivere lo stesso incubo vissuto dagli ebrei con i nazisti” ha detto un fedele cristiano che però ha chiesto di rimanere anonimo.

Il Governo egiziano da parte sua ha detto che intende garantire la sicurezza alla popolazione del Sinai, a prescindere dalla fede religiosa, ma in effetti non sembra fare molto per fermare gli attacchi islamisti contro i cristiani.