Gli amici dei Fratelli Musulmani ci riprovano a mettere le mani sulla terra dei Faraoni, lo fanno in tutti i modi con una campagna mediatica senza precedenti contro il Governo di Abdel Fattah Al-Sisi con il New York Times che arriva a cavalcare addirittura la vicenda Regeni.
Già, gli amici dei Fratelli Musulmani come il Presidente USA, Barack Hussein Obama, il turco Recep Tayyip Erdogan e diversi governi europei che sul dominio della Fratellanza Musulmana in Egitto avevano puntato tutto e che per arrivarci avevano organizzato le proteste contro Mubarak. Adesso, proprio come per Mubarak, la scusa sono i Diritti Umani, come se i Fratelli Musulmani fossero garanzia del rispetto dei Diritti Umani. Non gli è bastato vedere quello che è successo con Mohamed Morsi cacciato a furor di popolo anche se gli amici dei Fratelli Musulmani parlano di “golpe”, ci vogliono riprovare prendendo a pretesto qualsiasi cosa, dall’omicidio di Giulio Regeni alla cessione delle Isole Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita. Il New York Times proprio oggi torna a fare analogie con la situazione che ha portato alla caduta di Mubarak, quasi che fosse una speranza più che la cronaca reale dei fatti.
Agli amici dei Fratelli Musulmani non è bastato sconvolgere il Medio Oriente, alimentare la nascita e la crescita dello Stato Islamico, non gli sono bastate le situazioni create in Libia e in Siria, ora tornano a cercare di mettere le mani sull’Egitto tentando in tutti i modi di destabilizzarlo pur di riuscire nella loro “impresa” il tutto bene sapendo che la stabilità dell’Egitto è la chiave per sconfiggere lo Stato Islamico. Pazienza Erdogan che dello Stato Islamico è alleato, ma il comportamento di Obama e di alcuni governi europei è davvero inspiegabile.
Il discorso dei Diritti Umani è senza ombra di dubbio un argomento valido che però, come purtroppo abbiamo visto, con i Paesi arabi va applicato con molta prudenza e in maniera graduale. Nei Paesi musulmani il concetto di Diritti Umani come lo conosciamo noi non può al momento essere applicato. Di questo occorre farsene una ragione, tanto più in un Paese come l’Egitto preso nella morsa degli attacchi che arrivano dall’esterno e dall’interno. E vista la sua importanza strategica sarebbe meglio che gli amici dei Fratelli Musulmani ci pensassero bene prima di destabilizzare il Paese dei Faraoni per una puerile ripicca verso Al-Sisi.
Scritto da Shihab B.