Per una volta l’Europa ne combina una giusta e concede 90 milioni di euro all’Egitto per aiuti dedicati all’istruzione femminile, al contrasto al lavoro minorile e più in generale alla promozione dei Diritti dei bambini e in particolare delle bambine.
A comunicarlo sono stati il vice Primo Ministro ad interim egiziano, Ziad Bahaa El-Din, e la rappresentante per la politica estera europea, Catherine Ashton.
L’accordo è stato raggiunto giovedì 28 novembre a Bruxelles e rappresenta un primo importante riconoscimento europeo al nuovo corso in Egitto anche se la Ashton non ha mancato di rimarcare le sue differenti vedute rispetto alla Commissione Europea sull’esplicito riconoscimento del nuovo governo egiziano che un atto del genere rappresenta. La Ashton avrebbe voluto in cambio precise garanzie in merito alla presunta persecuzione contro i Fratelli Musulmani, giudicati dal nuovo Governo egiziano alla stregua di un gruppo terrorista. Ma alla fine la baronessa inglese si è dovuta piegare alla Commissione Europea e al nobile scopo che questi aiuti rappresentano per il nuovo Egitto.
«Il finanziamento europeo servirà per migliorare l’accesso dei bambini, in special modo delle ragazze, all’istruzione e sarà impiegato per combattere il lavoro minorile nelle zone più povere d’Egitto» ha detto un compiaciuto Ziad Bahaa El-Din alla stampa aggiungendo anche che «una parte del denaro servirà a sostenere gli sforzi della società civile nel lavoro di supporto alle aree più disagiate della popolazione».
Lunedì prossimo la Commissione Europea valuterà un ulteriore finanziamento da destinare al nuovo Egitto. In discussione ci sarà un finanziamento di circa 300 milioni di Euro da dedicare alle indispensabili opere idriche di cui l’Egitto ha fortemente bisogno. Anche in questo caso l’unica ad obbiettare è stata Catherine Ashton che ha chiesto all’Egitto precise garanzie in merito agli arresti avvenuti durante le recenti proteste pro-Fratellanza Musulmana e al fatto che gli arrestati saranno giudicati da un tribunale militare. Le stesse obiezione le aveva fatte il Dipartimento di Stato USA scatenando le proteste dell’Egitto che aveva parlato di “ingerenza degli USA negli affari interni egiziani”. Ma anche in questo caso Catherine Ashton ha dovuto buttare giù il boccone amaro.
E così il nuovo Egitto laico e democratico inizia il suo percorso verso una normalizzazione interna ed internazionale e lo fa partendo da quello che più di tutto odiano i Fratelli Musulmani, dai Diritti delle Donne e dal loro Diritto di accedere alla istruzione.
Noemi Cabitza