Le elezioni in Israele, le terze in un anno, dovevano essere, secondo i nemici del Premier, una sorta di referendum su Benjamin Netanyahu. Beh, il colpo di mano è fallito.
Anche se a scrutinio ancora in corso, appare evidente che il Likud è il primo partito e che se la coalizione messa in piedi da Netanyahu non arriverà a formare un nuovo governo da sola sarà solo per uno o due seggi.
Si ripropone quindi la stessa situazione vista nella ultime due elezioni ma con un fattore in più da tenere in considerazione: il mancato colpo di mano contro Netanyahu che anzi sembra rafforzarsi.
Chi ha voluto irresponsabilmente queste terze elezioni in un anno aveva proprio l’obiettivo di indebolire e persino delegittimare la leadership di Netanyahu che invece non solo a resistito al colpo di mano ma si è addirittura rafforzato.
Il messaggio inviato dagli elettori israeliani a chi voleva sbarazzarsi di Bibi è quindi evidente e ora, nel caso assai probabile che la coalizione del Premier non riesca da sola a formare un nuovo governo (servono 61 seggi), non potrà come in passato tenere sotto ricatto il Paese condizionando il loro appoggio a un governo di grande coalizione con la richiesta di escludere Netanyahu.
Ora le maschere sono saltate e con il Paese sotto attacco militarmente e con un serio rischio di epidemia da Coronavirus non potranno sottrarsi alle loro responsabilità verso lo Stato Ebraico e il popolo di Israele.