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La politica del disimpegno voluta da Obama unita all’indifferenza occidentale di fronte a immani massacri perpetrati nel nome di Allah, hanno trasformato la Siria e l’Iraq in due immensi mattatoi islamici e rischiano di trasformare in un altro mattatoio anche l’Afghanistan che sta per essere lasciato al suo destino.

Girando per i forum qaedisti la mole di documenti, foto e filmati reperibili in merito ai massacri in Siria e in Iraq è impressionante e molto spesso non pubblicabile in un sito web normale. Spesso anche il linguaggio risulta incomprensibile persino a chi l’arabo lo conosce bene. Ma la frase “Allahu Akbar” (Allah è grande) è la costante di tutti questi documenti a rimarcare che quelle stragi sono compiute nel nome di Allah, cioè per motivi religiosi. Chi nega questa evidenza è solo un ipocrita.

E’ bene specificarlo ed è bene farlo con molta chiarezza in un momento in cui tutto il mondo non solo sembra immobile di fronte a questa mattanza, ma per assurdo tende ad aprire le proprie porte all’Islam nel momento più violento che la storia di questa religione (non certo di pace come alcuni sostengono) abbia mai conosciuto.

Le politiche europee di accoglienza sono diventate un veicolo incredibile per l’esportazione della Jihad e la tendenza ad aprire ulteriormente le frontiere a causa della guerra in Siria non fa altro che peggiorare la situazione. L’altro giorno leggevo un rapporto di qualche mese fa redatto dalla Meir Amit Intelligence and Information Center di Tel Aviv che riguardava la Siria e l’infiltrazione in entrata e in uscita del terrorismo islamico. In entrata gli esperti israeliani (tutti ex appartenenti al Mossad) avevano calcolato che in Siria erano entrati almeno 9.000 combattenti stranieri di cui un terzo proveniente dall’Europa. Di contro c’è il fenomeno inverso o, come lo hanno definito al Meir Amit Intelligence and Information Center, “di ritorno”, cioè quei combattenti che una volta passato un certo periodo in Siria rientrano in Europa per reclutare e addestrare nuovi Mujahidin da inviare in Siria. Il meccanismo innescato è impressionante e in quasi due anni ha formato migliaia di nuovi Mujahidin pronti a partecipare a qualsiasi mattanza in qualsiasi parte del mondo Allah li chiami.

Il rischio che corre l’occidente

Le mattanze islamiche, quelle fatte nel nome di Allah, si sono sempre più avvicinate ai confini europei. La Siria è praticamente uno Stato Mediterraneo e il balzo verso il continente europeo è davvero solo a un passo. In questo contesto invece di irrigidire i controlli l’Europa tende paradossalmente ad allentarli accogliendo a braccia aperte chiunque si dichiari “profugo”. I controlli li fanno solo dopo quando queste persone sono già sul territorio. Non solo, le politiche liberiste di molti Governi europei hanno permesso a questi fanatici di rendere legale una invasione islamica che di fatto è già in atto. Il rischio che corre l’Europa è quindi davvero reale e palpabile. Inutile nascondersi dietro a un dito, il mattatoio di Allah è solo dietro l’angolo e già diversi europei vi partecipano attivamente.

I Diritti Umani come grimaldello

L’assurdo è che il grimaldello degli assassini di Allah sono i Diritti Umani, concetto lontanissimo da qualsiasi forma di Islam. Siamo talmente concentrati a garantire i loro Diritti che non ci accorgiamo che se ne approfittano per calpestare i nostri. Chiudiamo gli occhi di fronte alle stragi di cristiani perpetrate in Siria, in Iraq e in Africa e continuiamo imperterriti a metterci in casa quegli assassini perché convinti che anche loro abbiano Diritti. Quale miglior occasione per l’Islam di sfondare in Europa? Accettiamo il fatto che in molti Paesi musulmani non sia possibile costruire chiese (tantomeno sinagoghe) e permettiamo a loro di costruire moschee in casa nostra nel nome dei fondamentali Diritti Umani, quegli stessi Diritti che l’Islam calpesta ogni giorno.

Aprire gli occhi subito

Far aprire gli occhi all’occidente è una missione che ci siamo posti e che intendiamo portare avanti con caparbietà. Combattere l’invasione islamica e la legalizzazione degli assassini di Allah è una priorità assoluta. Chiedere restrizioni e controlli severissimi non solo all’Italia ma a tutta Europa è diventato una esigenza più che un obbiettivo. Lo facciamo nel nome della difesa dei Diritti Umani perché noi non siamo così ipocriti da non ammettere che agli assassini di Allah dei Diritti fondamentali non gliene frega un baffo e li usano contro di noi.

Adrian Niscemi