Un diplomatico americano è stato ucciso questa notte in Libia dopo che un gran numero di estremisti islamici avevano dato l’assalto alla sede consolare USA di Bengasi. Il motivo dell’assalto è stata la proiezione di un film che gli islamici giudicano blasfemo.

Prima del consolato americano a Bengasi era stata la volta dell’ambasciata americana in Egitto ad essere attaccata sempre per lo stesso motivo. Gli islamici egiziani ieri sera hanno scalato le mura dell’ambasciata, tirato giù la bandiera americana dandola alle fiamme. Poi, al suo posto, hanno tentato di innalzare la bandiera nera dei salafiti con la scritta “non c’è altro Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo Profeta”.
A scatenare l’ira degli islamici un film che sarebbe stato prodotto da un cristiano copto di origine egiziana nel quale, secondo gli islamici, si farebbe della satira sul Profeta Maometto. A dire il vero non siamo riusciti a trovare tante notizie su questo film. Sappiamo che si intitola “Innocence of Muslims” e che non prende affatto in giro il Profeta Maometto e, anche se fosse, nel mondo libero c’è libertà di parola e di pensiero.
Durissima la reazione del Dipartimento di Stato USA all’uccisione del diplomatico in Libia e agli attacchi alle sedi diplomatiche. Un comunicato diffuso ieri sera a firma di Hillary Clinton ha condannato duramente le violenze. Ma quello che appare più evidente da questi due episodi è come, nonostante gli sforzi profusi dal Presidente Obama per “migliorare” le relazioni con il mondo islamico, l’America sia insieme ad Israele sempre ai vertici dei nemici dell’Islam. Una lezione per Obama e per tutti coloro che professano dialogo e integrazione con l’Islam.