L’era Biden comincia male per la Turchia di Erdogan. La nuova amministrazione americana ha messo i problemi con Ankara tra le prime cose da analizzare con cura.
Secondo Antony Blinken, prossimo Segretario di Stato, “l’idea che un cosiddetto partner strategico, come viene considerata la Turchia, sia in realtà in linea con uno dei nostri maggiori concorrenti strategici, non è accettabile”.
Blinken lo ha detto di fronte alla Commissione per le relazioni estere del Senato e non si è fermato qui perché ha anche ventilato apertamente l’ipotesi che le sanzioni applicate attualmente alla Turchia non siano affatto sufficienti.
Blinken è noto per le sue critiche alla Turchia, ma il suo riferimento a un alleato della NATO come “cosiddetto partner strategico” prima ancora di aver assunto l’incarico di Segretario di Stato suggerisce che Ankara non avrà vita facile con la nuova Amministrazione americana.
Un’altra figura chiave che non è propriamente “amica” della Turchia e in particolare di Erdogan, è il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin.
Nel 2013 Austin aveva addestrato le truppe turche che dovevano combattere contro ISIS e le aveva equipaggiate con i mezzi blindati migliori e i sistemi d’arma più moderni. Ma una volta passato il confine questi “sodati turchi” consegnarono le armi e i mezzi blindati al Fronte Al-Nusra.
Fu allora che (finalmente) gli americani si rivolsero ai curdi, salvo poi tradirli e consegnarli nelle mani della Turchia una volta sconfitto ISIS. L’invasione turca del Kurdistan siriano non è mai andata giù a Lloyd Austin o oggi vuole la Turchia fuori dalla Siria.
Il terzo alto funzionario la cui nomina non ha fatto certamente esultare la Turchia è Brett McGurk, rappresentante speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Brett McGurk è considerato l’architetto della politica statunitense sui curdi siriani, poi distrutta dalla decisione di Trump di ritirarsi. I media turchi hanno pubblicato commenti critici sui suoi rapporti con la leadership dei curdi siriani.
Sono tanti i membri delle nuova Amministrazione americana che non amano particolarmente Erdogan, dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan fino allo stesso Presidente Joe Biden che ha più volte criticato apertamente la Turchia sia per la sua politica espansiva che per la sua deriva islamista.
Erdogan non deve dormire sonni tranquilli da quando è salita al potere questa Amministrazione. Non che con Trump dormisse sonni tranquilli, ma gli è stata data decisamente troppa libertà di azione, cosa che oggi non avrà più.