Medio Oriente (Rights Reporter) – Forse il Presidente russo, Vladimir Putin, ha capito l’inganno iraniano in Siria, ha capito che Teheran ha usato l’intervento russo in soccorso di Assad solo ed esclusivamente come mezzo per potersi posizionare in Siria e creare un corridoio diretto di soccorso a Hezbollah che vada dall’Iran al Libano.

A far pensare questo è un articolo scritto da Ronen Bergman, corrispondente da Mosca del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, giornalista generalmente ben introdotto negli ambienti diplomatici russi che gli forniscono molto spesso notizie di primissima mano.

Secondo Bergman Putin avrebbe “vivamente consigliato” ad Assad di non rispondere ai presuti attacchi israeliani sulla Siria con particolare riferimento all’ultimo presunto attacco a una fabbrica di missili e agenti chimici avvenuto la settimana scorsa.

Stando a quanto riferisce questa mattina Ronen Bergman nel suo articolo da Mosca, in una conversazione telefonica tra lui e un alto funzionario russo (chiaramente anonimo) quest’ultimo gli avrebbe rivelato che Putin ha sollecitato il dittatore siriano, Bashar al-Assad, a non attuare ritorsioni contro Israele a seguito dei presunti attacchi israeliani in Siria.

“Se Iran ed Hezbollah superano i loro limiti nel coinvolgimento in Siria li sopprimeremo”

Lo stesso funzionario ha detto al giornalista israeliano che «la Russia è consapevole delle preoccupazioni israeliane in merito alle azioni dell’Iran e di Hezbollah in Siria» rassicurando sul fatto che Mosca impedirà a Teheran di creare un “punto di appoggio” sulle Alture del Golan. «Se Iran ed Hezbollah superano i loro limiti nel coinvolgimento in Siria li sopprimeremo» ha detto l’alto funzionario russo a Ronen Bergman.

Il funzionario russo ha poi confermato che l’argomento principale dell’ultimo incontro tra Putin e Netanyahu, al quale ha partecipato anche il Direttore del Mossad Yossi Cohen, è stato proprio l’atteggiamento iraniano in Siria volto unicamente a rafforzare significativamente la presenza iraniana in territorio siriano. Putin sarebbe rimasto colpito dalle prove presentate dal Mossad le quali confermano che l’Iran ha posizionato un cospicuo numero di uomini appartenenti alle Guardie della Rivoluzione (i pasdaran) unitamente a uomini delle milizie sciite provenienti dal Pakistan e dall’Iraq in prossimità delle Alture del Golan. Secondo il funzionario russo, a seguito delle prove presentate dal Mossad, Putin si sarebbe convinto che i piani iraniani a lungo termine per la Siria e per il Medio Oriente non includono la Russia.

Infine il funzionario russo avrebbe elogiato il coordinamento di sicurezza tra Israele e Russia per quanto riguarda le azioni aeree in Siria. Il fatto di poter comunicare direttamente e tempestivamente attraverso una linea diretta e criptata che va dalla base aerea di Khmeimim in Siria (gestita dai russi) al centro di comando della IAF di Tel Aviv, ha contribuito a evitare incresciosi incidenti tra le forze aeree russe e quelle israeliane che avrebbero potuto provocare vittime da ambo le parti.

Ora, a prescindere dalle parole del funzionario russo, parole che fanno senza dubbio piacere e fanno ben sperare per il prossimo futuro, noi continuiamo a non fidarci di Putin. Questa intervista ci sembra tanto uno spot a Putin che però continua ad avere con l’Iran rapporti decisamente preferenziali. Possiamo ragionevolmente credere al fatto che la Russia abbia sconsigliato ad Assad di avviare ritorsioni contro Israele, ma più per il fatto che ne rimarrebbe bruciato che per altro. Non crediamo che la Russia sia all’oscuro dei piani iraniani, non ci crediamo perché tutto quello che avviene sul territorio siriano è sotto la lente di ingrandimento dei servizi russi ed è molto (ma molto) improbabile che quanto riferito a Putin dal Mossad non fosse già a conoscenza del Presidente russo. L’unica cosa a cui possiamo credere è che Putin sia rimasto sorpreso del fatto che anche al Mossad ne fossero a conoscenza.