Gaza: un “genocidio” comodamente sepolto

Hanno cominciato a cercare le prove del “genocidio” ma non le hanno trovate. Per Hamas le vittime sono sotto le macerie e non c’è modo di verificare. Fin troppo comodo

By Franco Londei - Editor

Come mai da quando è iniziata la tregua a Gaza nessuno parla più di genocidio? Che fine hanno fatto i 70.000 morti, in maggioranza donne e bambini, che radio Hamas ha “urlato” a tutto il mondo, costantemente ripreso da tutti i media del globo terracqueo come se Hamas fosse la fonte delle fonti?

Eppure li hanno cercati, dove potevano, quelli della Croce Rossa Internazionale (CRI). Hanno cercato persino le fosse comuni in cui si diceva Hamas seppellisse i poveri resti delle povere vittime. Niente, non si trovano. O meglio, si sono trovate alcune fosse comuni con al massimo 20 corpi, ma niente che faccia pensare a un genocidio.

Nemmeno sotto le macerie sembra esserci gran che. Diceva un anonimo membro della International Committee of the Red Cross (ICRC) veterano di altri contesti di guerra, che con con un numero così alto di vittime in un fazzoletto di terra come la Striscia di Gaza si dovrebbe almeno sentire un “cattivo odore”. Eppure non si sente niente. Ad Aleppo con una stima di 30.000 vittime non si riusciva a respirare.

Per carità, non vorrei contraddire Hamas, la fonte delle fonti per tutti i media globali, però qualche piccolo dubbio nasce. E dovrebbe nascere anche in quei fanatici che per mesi hanno preso per oro colato le veline di Hamas facendo copia-incolla della loro propaganda.

Eppure la storia di Hamas parla chiaro. In ogni guerra passata, ogni santissima volta, hanno gonfiato i numeri delle vittime civili a dismisura. Lo abbiamo saputo dopo, ma intanto il danno era fatto.

Ed è mai possibile che nessuno si sia chiesto come diavolo facessero quelli del fantomatico “Ministero della salute di Hamas” a fornire il numero delle vittime cinque minuti dopo il bombardamento? A volte nell’ordine di migliaia di vittime.

«migliaia di corpi rimangono intrappolati sotto le macerie e la protezione civile non può recuperarli. La questione rimarrà irrisolta finché non saranno fornite le attrezzature necessarie»

Protezione civile di Hamas

Hamas punta tutto su un fatto, la difficoltà oggettiva di quantificare i corpi sotto le macerie. Sapete quanti sono fino ad oggi i corpi recuperati? Poche centinaia. La “protezione civile di Gaza” ha detto che «migliaia di corpi rimangono intrappolati sotto le macerie e la protezione civile non può recuperarli. La questione rimarrà irrisolta finché non saranno fornite le attrezzature necessarie». Punto, il genocidio rimane comodamente sepolto.

È un po’ come la storia dei “giornalisti” uccisi, come se indossare un giubbotto con scritto “PRESS” volesse dire essere giornalisti. Guarda caso tutti giornalisti di Al Jazeera, a volte famosi come Abdallah Aljamal che teneva gli ostaggi a casa sua. Oppure famosissimi come Anas al-Sharif, a capo di una squadra di lancio di razzi e membro di una compagnia d’élite della Nukhba Force nel battaglione East Jabalia di Hamas, il quale riceveva lo stipendio direttamente da Hamas. Chi può provare che NON fossero giornalisti? Certo, magari tra un attentato e uno stupro facevano anche i giornalisti per Al Jazeera, i martiri.

La cosa buffa, se così la vogliamo chiamare, è che a nessuno di tutti quei fissati con il genocidio è venuto in mente di cercare le prove, di chiedere a chi in questo periodo di tregua è andato dove ci dovrebbero essere migliaia di corpi sotto le macerie. Che poi, bastava chiedere a un gazawo.

Per intenderci, non sto dicendo che non ci sono state vittime civili. Ce ne sono state eccome. Ma l’avete vista Gaza come è ridotta? Fossero anche giusti i numeri di Hamas (e non lo sono) sarebbe quasi un miracolo un numero così basso di vittime civili in un contesto di guerra urbana come quello di Gaza e con una densità abitativa così alta, 5.900 abitanti per km².

E i ragazzini che Hamas ha mandato al macello come li classifichiamo. Bambini? Ragazzini? Miliziani? Civili o truppe? Sono compresi tra gli oltre 30.000 terroristi uccisi oppure vanno contati tra i bambini che hanno perso la vita? Non sapremo mai se addosso avevano giubbotti da guerra e un AK-47. Anche in questo caso è tutto comodamente sepolto.

Una cosa mi sembra certa: il cosiddetto “genocidio” è globalmente acclarato senza però uno straccio di prova, un genocidio prodotto dalla macchina di propaganda di Hamas del quale però non avremo mai certezza visiva. È tutto comodamente sepolto, e tutto verrà comodamente rimosso.

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Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter