Alla manifestazione indetta per la serata di Lunedì 28 Ottobre a Tbilisi per protestare contro l’esito corrotto delle elezioni parlamentari svolte lo scorso sabato, Giorgi Vashadze, uno dei leader del partito di opposizione “Movimento Nazionale Unito” ha detto: “Dichiariamo che queste elezioni sono illegittime, non entreremo in questo Parlamento e rifiuteremo i mandati parlamentari. Abbiamo una richiesta molto specifica: indire nuove elezioni parlamentari, che saranno tenute da una Amministrazione Elettorale internazionale“.
Vashadze ha osservato che l’opposizione non intende avviare alcun negoziato con le autorità: “L’unica questione di cui possiamo discutere è lo svolgimento di nuove elezioni”.
Nel frattempo, l’agenzia statale russa RIA Novosti, noto strumento della propaganda russa, scrive che “l’Occidente sta cercando di scuotere la situazione in Georgia, dove i cecchini addestrati in Ucraina stanno arrivando per organizzare provocazioni durante le proteste”.
In sostanza, RIA dice che cecchini russi spareranno sulla folla e che dalle indagini risulterà che sono stati cecchini ucraini.
I fatti delle proteste popolari ucraine del 2013 in fotocopia.
Allora venne data la responsabilità di avere ispirato la Rivoluzione della Dignità (EuroMaidan) al corrotto e decadente Occidente, in particolare agli USA.
In questa circostanza, sarà più comodo incolpare preventivamente gli ucraini.
Excusatio non petita, accusatio manifesta.
La Presidente georgiano Salome Zurabishvili ha affermato che i risultati delle recenti elezioni sono stati falsificati e che, secondo lei, hanno cercato di “rubare il futuro” alla Georgia, ma che nessuno ha il diritto di farlo.
Il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, di cui sono note le simpatie per la Russia e l’amicizia con Putin, giunto a Tbilisi a congratularsi con il partito pro-Russo “Georgian Dream” è stato atteso dalla folla all’esterno dell’hotel Marriott, dove i manifestanti l’anno salutato con numerosi “kurwa” (puttana).
La manifestazione si è svolta in buon ordine, dopo che i manifestanti hanno ascoltato le parole di alcuni membri della opposizione e sono stati cantati gli inni della Georgia e dell’Unione Europea.
Dopo di che la folla ha cominciato a disperdersi. Presente in forze, la Polizia non ha interferito.
A margine, va segnalato che, secondo le leggi georgiane, il Parlamento non può iniziare i lavori se non dispone dei 2/3 della sua composizione completa. Questo corrisponde a 100 deputati su 150.
Nonostante l’impegno profuso in brogli e falsificazioni, secondo le rilevazioni della Commissione Elettorale Centrale, “Georgian Dream” dispone di soli 89 mandati.
Ciò significa che, rinunciando ai suoi mandati, l’opposizione georgiana non permette al Parlamento di iniziare i suoi lavori.
Questa sarebbe una posizione di forza, che potrebbe portare a nuove elezioni, supplettive.
Ovviamente, secondo la logica tutta russa “se non li vuoi ce li prendiamo noi”, da “Georgian Dream” sostengono che in caso di rinuncia ai seggi, i seggi vacanti vadano distribuiti ai candidati risultati non eletti dei partiti che ai seggi non rinunciano.
In questo modo “Georgian Dream” otterebbe tutti i 150 mandati, che sarebbe ovviamente illegale, e seppellirebbe democrazia e multipartitismo in Georgia.
Come minimo la Corte Costituzionale avrà il suo da fare.
Essendo la Georgia un Paese ex-sovietico, c’è da giurare che la Magistratura è “moralmente” subalterna a Governo e Primo Ministro. Ci sarà di che commentare. Se nessuno degli oppositori si arrenderà, lo spettacolo durerà un po’.