Nel tardo pomeriggio di ieri sono iniziate a trapelare le prime notizie poi confermate a tarda sera: è stato raggiunto un accordo tra il Governo israeliano e il gruppo terrorista di Hamas per la liberazione di Gilad Shalit. Il soldato israeliano, in mano ai terroristi dal 2006, verrà liberato in cambio del rilascio di 1.027 prigionieri palestinesi tra i quali però non ci saranno i pezzi da novanta del terrorismo palestinese.
L’accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione dell’Egitto e all’impegno di Yoram Cohen, nuovo capo dello Shin Bet, del Ministro della Difesa, Ehud Barak, e del capo del Mossad, Tamir Pardo, i quali hanno tessuto nelle ultime settimane quella ragnatela di rapporti necessaria a raggiungere l’accordo con Hamas. Un accordo che non ha però convinto tutti in Israele e che anche all’interno del Governo ha provocato importanti divisioni come quella con il Ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, contrario a rilasciare oltre 1.000 prigionieri per un solo uomo. Lieberman, a dire il vero, non ha sollevato il problema dell’opportunità o meno di rilasciare così tanti prigionieri per il solo Shalit, ma ha espresso il timore che questo caso diventi un precedente pericoloso che spinga i terroristi di Hamas a rapire altri cittadini israeliani per avere un ritorno così importante.
Va detto che le iniziali richieste di Hamas prevedevano anche la liberazione di personaggi del calibro di Marwan Barghouti, Abdullah Barghouti e Ahmed Saadat. Dopo mesi di trattativa quei nomi sono però stati tolti dalla lunghissima lista di detenuti palestinesi da liberare in cambio di Shalit. Questo forse è l’unica consolazione per coloro che erano contrari allo scambio, quali appunto il Ministro Lieberman.
In ogni caso il dado è tratto. Gilad Shalit verrà liberato e portato in Egitto quando Israele avrà rilasciato la metà dei prigionieri convenuti. Quando verranno rilasciati tutti gli altri, l’Egitto consegnerà il giovane soldato israeliano a Israele. Il tutto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
Secondo diversi analisti alla base dell’accordo ci sarebbe il riavvicinamento di Hamas all’Egitto seguito al contestuale allontanamento del gruppo terrorista palestinese da Teheran, da sempre contraria a qualsiasi trattativa con Israele. In sostanza si tratterebbe di una pesante sconfitta “diplomatica” dell’Iran e, al contrario, di una vittoria egiziana da tempo perseguita che arriva in un momento di grave difficoltà dell’esecutivo egiziano.
Nei prossimi giorni tratteremo i diversi e numerosi retroscena che sono alla base di questo importante accordo. Per il momento godiamoci la splendida notizia e aspettiamo il ritorno a casa di Gilad Shalit.
Secondo Protocollo Israel