Giovedì prossimo l’Assemblea generale della Nazioni Unite voterà una risoluzione presentata dagli Stati Uniti che condanna il lancio di missili contro Israele da parte di Hamas.
Sembra incredibile, ma è la prima volta che l’Assemblea generale della Nazioni Unite viene chiamata a votare una risoluzione di condanna per questo gruppo terrorista palestinese che da decenni tiene in ostaggio la Striscia di Gaza e conduce attività terroristiche contro uno Stato democratico.
La risoluzione è stata presentata da Nikki Haley, ambasciatrice americana uscente alle Nazioni Unite, che con un grande sforzo diplomatico è riuscita nell’impresa di ottenere l’appoggio cruciale dei Paesi europei, un fatto questo che dovrebbe garantire che la risoluzione verrà approvata.
Come detto, sembra incredibile ma è la prima volta da quando nel 2007 Hamas ha occupato la Striscia di Gaza che viene discussa una risoluzione di condanna per uno dei più pericolosi e sanguinari gruppi terroristici islamici del mondo, mentre sono decine le risoluzioni contro Israele. Questo dovrebbe dirla parecchio lunga sul pregiudizio anti-israeliano che imperversa all’ONU.
Tutti i 28 Paesi della UE hanno accettato di sostenere la risoluzione americana anche se nel documento presentato da Nikki Haley (che rimpiangeremo come ambasciatrice all’ONU) non si fa nessun riferimento alla soluzione dei due Stati.
«La questione portata all’attenzione delle Nazioni Unite non riguarda il supporto a un qualsiasi piano di pace» ha detto un funzionario della missione americana all’ONU, «ma ad ogni Paese verrà chiesto di votare a favore o contro le attività di Hamas e di altri gruppi terroristici come la Jihad islamica».
«Se le Nazioni Unite non sono in grado nemmeno di votare un documento del genere allora non possono avere titolo a discutere qualsiasi soluzione della crisi israelo-palestinese» ha poi concluso il diplomatico americano.
«Hamas vuole apertamente la distruzione di Israele» ha detto Nikki Haley che lascerà il suo posto a gennaio «mentre fino ad oggi le Nazioni Unite si sono preoccupate solo di condannare gli insediamenti israeliani o la supposta “risposta sproporzionata” israeliana agli attacchi di Hamas contro i civili dello Stato Ebraico. Ora per la prima volta qualcosa potrebbe cambiare» ha concluso la Haley.
Le risoluzioni adottate dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite non sono vincolanti ma hanno un forte peso politico e possono condizionare l’opinione pubblica mondiale.
Mercoledì scorso il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha inviato una lettera aperta al Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Maria Fernanda Espinosa, e agli stati membri nella quale sostiene che la risoluzione americana vuole solo delegittimare la resistenza palestinese chiedendo nel contempo di rigettare la risoluzione.