Gli Stati Uniti stanno espandendo le operazioni di intelligence in Africa. A renderlo noto è un dettagliato rapporto di Craig Whitlock pubblicato oggi sul Washington Post. Secondo Whitlock l’esercito americano starebbe costruendo una rete di basi aeree di piccole dimensioni per poter spiare i covi terroristici ai margini del Sahara e della foresta equatoriale.

Come mezzo per spiare le attività terroristiche senza essere visti gli americani userebbero piccoli aerei turboelica disarmati “travestiti” da aerei civili ma ricchissimi di sensori e di attrezzature in grado di riprendere e ascoltare in altissima definizione.

Gli USA avevano già alcune basi del genere in Africa, ma negli ultimi mesi con l’aumentato allarme per le infiltrazioni di Al Qaeda in alcuni Paesi africani, il Comando Militare USA per l’Africa (AFRICOM) ha deciso di costruirne altre. Per lo più sono piccolissimi aeroporti dotati dello stretto necessario per non dare nell’occhio. Pochi hangar per ospitare gli aerei e un sistema di comunicazione sofisticato ma ben mimetizzato.

Secondo quando riferisce Craig Whilock uno dei principali centri di spionaggio usati dall’esercito americano in Africa si troverebbe in Burkina Faso. Da li partirebbero centinaia di missioni di questi aerei spia, orientate più che altro a individuare i gruppi terroristici che operano nel Sahel, in Mali e in Mauritania.

La novità di tutto questo non sta tanto nell’aumento delle operazioni di spionaggio (più che lecite in un momento come questo) quanto piuttosto che queste operazioni siano condotte dai militari e non dai servizi di intelligence (la CIA).

Secondo quanto si  è potuto apprendere gli USA starebbero valutando un “intervento di sostegno” in Nigeria contro i terroristi di Boko Haram, mentre sarebbero già coinvolti in Somalia nelle operazioni contro gli Al-Sahaabab e nelle foresta del Congo nella caccia a Joseph Kony.