Sulla guerra tra Israele e terroristi arabi si è letto di tutto e di più, ma l’articolo più “originale” l’hanno scritto quelli de Il Post, nome altisonante che rievoca testate importanti.
L’articolo, del quale mi sfugge la firma, si intitola «Non è una guerra alla pari» ed è l’ennesimo banalissimo spiegone su come i poveri (poverissimi) terroristi palestinesi si trovino a combattere il potentissimo esercito israeliano usando “solo” missiletti racimolati qua e la oppure costruiti in cantina.
L’articolo tuttavia ci offre la possibilità di spiegare a coloro che poco sanno del conflitto tra Israele e terroristi arabi, perché quelli de Il Post hanno ragione, anche se non è per i motivi da loro addotti.
Prima di tutto non è una guerra alla pari perché da un lato, quello israeliano, si fa di tutto per proteggere i propri civili e anche per limitare le perdite di civili dall’altra parte, mentre i terroristi arabi fanno di tutto per colpire i civili israeliani e usano i propri come scudi umani.
Detta così sembra una cosuccia da niente, ma è proprio questo il motivo per cui si chiama “guerra asimmetrica” non quello raccontatoci da Il Post.
Non voler colpire i civili per gli israeliani vuol dire limitare di molto il proprio potenziale bellico, vuol dire non combattere alla pari
Franco Londei
Perché? Ma perché proteggere i civili di ambo le parti costa moltissimo. Non voler colpire i civili per gli israeliani vuol dire limitare di molto il proprio potenziale bellico, vuol dire non combattere alla pari.
Tecnicamente potrebbero annientare Hamas in una giornata ma non lo possono fare perché Hamas si nasconde tra i civili, lancia i missili da postazione posizionate deliberatamente tra palazzoni abitati, scava i tunnel sotto abitazioni civili e ospedali.
Nel contempo gli israeliani devono difendere i propri di civili, che invece sono il target dei terroristi. Per farlo usano un sistema chiamato Iron Dome (cupola di ferro), il quale intercetta quasi tutti i missili che potenzialmente possono provocare danni ai civili.
I terroristi arabi non si curano del problema dei civili, anzi, più civili israeliani uccidono e più diventano eroi.
Come può, una guerra fatta così, essere alla pari? Semplicemente non può perché da una parte c’è chi si difende con tutte le attenzioni per i civili, gli israeliani, mentre dall’altra c’è chi vuole sterminare i civili, i terroristi arabi. Da un lato c’è la legittima difesa, dall’altro l’illegittima offesa.
E poi, come può essere alla pari un conflitto dove sistematicamente chi si difende finisce sotto accusa e chi attacca passa per “poverello” e da attaccante finisce per passare da vittima?
Quindi no, cari amici del Il Post, non è una guerra alla pari, avete perfettamente ragione.