IDF fa rientrare in Israele i soldati fuori servizio in Georgia e in Azerbaigian

Si temono attentati da parte dell'Iran al personale dell'IDF fuori servizio attualmente in Georgia e in Azerbaigian
12 Agosto 2024
idf esercito israeliano in georgia e in Azerbaigian

Rights Reporter, Tel Aviv – Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno emanato domenica una direttiva che ordina a tutti i soldati fuori servizio che si trovano attualmente in Georgia o in Azerbaigian di rientrare immediatamente in Israele, questo in seguito alla preoccupazione che l’Iran possa colpire obiettivi in quei Paesi come parte della sua rappresaglia per l’eliminazione del leader politico del gruppo terroristico Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran.

Entrambi i Paesi sono vicini all’Iran, anche se solo l’Azerbaigian confina direttamente con la Repubblica islamica.

I militari potrebbero presumibilmente trovarsi in uno dei due Paesi in vacanza o per visitare la famiglia.

Ad una richiesta di chiarimenti l’esercito non ha commentato direttamente, limitandosi a dire che “conduce costantemente valutazioni delle minacce e aggiorna di conseguenza l’elenco dei Paesi in cui i militari possono entrare”.

L’Iran e il suo proxy Hezbollah hanno ripetutamente minacciato di attaccare Israele in seguito a due omicidi di alto profilo avvenuti alla fine del mese scorso.

Il 30 luglio, alcuni giorni dopo che un attacco missilistico del gruppo terroristico Hezbollah sostenuto dall’Iran in Libano aveva ucciso 12 bambini e ragazzi sulle alture del Golan, Israele ha eliminato l’alto comandante di Hezbollah Fuad Shukr in un attacco aereo a Beirut. Alcune ore dopo, Haniyeh è stato ucciso in un’esplosione a Teheran, di cui Israele non ha rivendicato né negato la responsabilità. L’Iran e Hamas hanno incolpato lo Stato ebraico.

Israele si sta preparando per le risposte promesse e gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza militare nella regione, mentre i diplomatici occidentali si adoperano per la de-escalation.

Numerose compagnie aeree internazionali hanno interrotto i voli verso Israele e verso il Libano in previsione di una recrudescenza.

Diverse notizie riportate dai media ebraici domenica sera indicavano che Israele si aspettava un grande attacco iraniano entro pochi giorni, anche se i militari hanno cercato di minimizzare sottolineando che le istruzioni ai civili erano invariate.

Venerdì, il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane ha avvertito che “sta considerando anche la possibilità di colpire obiettivi al di fuori di Israele”, affermando che avrebbe fatto sì che l’attacco senza precedenti dell’Iran con missili e droni di aprile “fosse ricordato come qualcosa di piccolo”.

Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian starebbe combattendo contro gli integralisti per ridimensionare la portata della risposta promessa da Teheran all’uccisione di Haniyeh, spingendo invece per colpire le presunte basi spionistiche del Mossad nascoste nella regione.

“Ha suggerito di colpire qualche luogo legato a Israele nella Repubblica dell’Azerbaigian o nel Kurdistan [iracheno] e di far sapere a questi Paesi prima di questo e di farla finita con l’intero dramma”, ha detto un collaboratore del Presidente iraniano.

Secondo indiscrezioni diffuse dai servizi iraniani, l’Iran avrebbe già attaccato in passato presunte basi del Mossad nel Kurdistan iracheno, ma non ci sono conferme nemmeno da parte dei Peshmerga che parlano di “idiozie persiane”.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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