Di rapporti tra il Venezuela e l’Iran ne abbiamo parlato più volte così come dell’influenza di Hezbollah, un altro alleato di Teheran, sul regime di Caracas.

Ora, dopo che gli iraniani hanno promesso vendetta per la morte di Qassem Soleimani, l’intelligence americana riscopre il pericolo rappresentato dal Venezuela, un pericolo troppo a lungo trascurato.

L’Iran, insieme a Cuba, è il miglior alleato del Venezuela. Negli ultimi mesi i maggiori politici venezuelani vicini a Nicolas Maduro hanno viaggiato spesso tra Teheran e Damasco.

L’uomo più vicino a Nicolas Maduro, Tareck el Aissami, è un membro di spicco di Hezbollah e controlla praticamente la milizia posta a protezione del regime.

Il Ministro degli esteri venezuelano, Jorge Arreaza, è stato in Libano dove ha incontrato i vertici di Hezbollah, poi a Damasco dove ha incontrato Bashar al-Assad e infine in Iran dove, secondo fonti di intelligence, ha concluso un affare milionario per la fornitura di Torio (il Venezuela ne è il quinto produttore al mondo) che viene considerato un erede dell’uranio.

Non è una buona cosa per gli Stati Uniti avere un simile alleato dell’Iran a un tiro di schioppo da Miami specie se le voci che gli iraniani avrebbero schierato missili in Venezuela corrispondesse a verità.

«Oggi il Venezuela, uno dei paesi più ricchi di petrolio al mondo, non è più un vero paese» ci dice la giornalista venezuelana rifugiata negli USA, Maibort Petit. «È governato da un sindacato criminale corrotto che prospera con i proventi del commercio illecito di droghe e armi e del contrabbando di petrolio mentre la popolazione per sopravvivere è costretta a rovistare tra i rifiuti».

La situazione preoccupa l’intelligence USA

La situazione in Venezuela preoccupa fortemente l’intelligence americana. Il colpo di mano per sostituire Nicolas Maduro con Juan Guaido non è chiaramente riuscito.

L’altro uomo su cui puntavano gli americani per abbattere Maduro, Disdado Cabello, sembra poco intenzionato a tradire il suo capo tanto che è stato visto entrare nell’ambasciata iraniana a Caracas per esprimere le sue condoglianze per la morte del Generale Soleimani.

Gli americani sono così preoccupati del pericolo che arriva dal Venezuela che pochi giorni fa il Congresso, su pressione di Elliott Abrams, uomo di punta del presidente Trump a Caracas, ha stanziato una “importante cifra di denaro” (non sappiamo quanto) per operazioni volte a capire bene cosa sta succedendo in Venezuela e per individuare chi sia in grado di mettere seriamente i bastoni tra le ruote di Maduro.

Ma la situazione, colpevolmente sottovalutata dalla intelligence USA, è così confusa e compromessa che, a prescindere dal denaro che Washington intende investire, non sarà affatto facile da districare.

Si temono attacchi iraniani in territorio americano provenienti dal Venezuela

Un report di pochi giorni fa presentato al Presidente Trump evidenzia come il rischio che la “vendetta iraniana” per la morte del Generale Soleimani parta dal Venezuela è molto credibile.

L’intelligence USA ha pochi “occhi” a Caracas e meno ancora ne ha sulla rotta della droga usata da Hezbollah per fare arrivare cocaina a tonnellate negli Stati Uniti. Il timore che gli iraniani usino questi canali come mezzo per la loro vendetta è molto alto.

«Oggi il Venezuela rappresenta una vera e propria spina nel fianco per Washington» ci dice una fonte che vuole rimanere anonima. «Forse era meglio intervenire quando c’erano le condizioni per farlo».