Se qualche allocco o persone in chiara malafede pensavano che con l’elezione a presidente della Repubblica Islamica di Iran del cosiddetto “moderato” Hassan Rohani cambiasse qualcosa, credo che dopo le ultime esternazioni nel neo presidente iraniano si debba ricredere, almeno se si è obbiettivi.
E’ all’agenzia ufficiale iraniana IRNA che Rohani ha affidato il suo pensiero tutt’altro che moderato e che, anzi, ricorda molto da vicino i primi discorsi di Ahmadinejad.
Rohani approfitta per rispondere al dittatore siriano, Bashar al-Assad, che si era congratulato con lui per l’elezione, ribadendo alcuni concetti fondamentali cari al suo predecessore e, soprattutto, al Grande Ayatollah Ali Khamenei: sostegno alla Siria, sostegno incondizionato a Hezbollah e infine sostegno alla lotta armata palestinese e quindi ad Hamas e alla Jihad Islamica. Non c’è che dire, un bel biglietto da visita per un uomo a cui l’occidente ha precipitosamente attribuito la patente di moderato.
Rohani nel suo messaggio ribadisce che le forze siriane, iraniane, di Hezbollah, di Hamas e di tutti i gruppi armati dell’area devono essere unite contro l’unico vero unico nemico, il regime sionista (Israele n.d.r.). Lancia messaggi d’amore ad Hamas, orfano della Fratellanza Musulmana e recentemente su posizioni opposte a quelle iraniane per quanto riguarda il conflitto in Siria. Ma si sa, se si tratta di combattere Israele non c’è divisione che tenga e tutti sanno quanto facciano presto i terroristi palestinesi a cambiare idea, specie se in ballo c’è un bel pacco di soldi e di missili.
Dopo un messaggio del genere, molto chiaro sulle intenzione di Hassan Rohani, uno ci si aspetterebbe che l’occidente reagisca in qualche modo e che gli tolga almeno la patente di moderato. Invece cosa è successo? La solita Catherine Ashton, che francamente non capiamo cosa ci stia ancora a fare alla direzione della politica estera europea dopo varie denunce e dopo che si sono scoperti i suoi “conflitti di interesse”, lancia segnali di pace a Rohani e si augura che l’Iran possa tornare presto alle trattative sul nucleare.
Una nota a margine merita la lamentela iraniana sul comportamento dei media occidentali che, secondo Teheran, starebbero condizionando il giudizio dei regimi occidentali (proprio così, Rohani ha parlato di “regimi occidentali”) in merito alla candidatura dell’Iran alla presidenza del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu. Rohani sostiene che l’opposizione alla presidenza dell’Iran è del tutto ingiustificata e ha ordinato all’ambasciatore iraniano all’Onu di presentare di nuovo la candidatura dell’Iran, che sembra sia supportata da diversi Stati. Sarebbe davvero il colmo se si arrivasse a tanto quando è già inconcepibile che uno Stato come l’Iran sieda in tale Consiglio. Ma visto la massa di buffoni che ci sono in occidente non ci meraviglieremmo se al “moderato” Rohani venisse concesso anche questo.
Noemi Cabitza