L’Iran inventa il “drone suicida”, arma creata per il terrorismo

29 Dicembre 2014

Lo hanno definito il “drone suicida” ed è stato presentato in pompa magna alla recente esercitazione militare organizzata dai Pasdaran iraniani sullo Stretto di Hormuz denominata Mohammad Rasoulallah (Mohammad, il Messaggero di Dio). E’ un drone di dimensioni maggiori rispetto ai normali droni in quanto può portare al suo interno una grande quantità di esplosivo.

Militarmente parlando non è una macchina evoluta o pericolosa per gli obbiettivi militari in quanto oltre a essere di dimensioni maggiorate risulta essere molto lento, quindi è facilmente individuabile e abbattibile. Tuttavia rappresenta una minaccia letale per le navi civili e mercantili oltre naturalmente che per gli obbiettivi civili.

Il suo scopo non è quello di spiare o di colpire lanciando missili sui suoi bersagli ma è quello di schiantarsi con il suo carico di esplosivo sugli obbiettivi scelti. Una piccola telecamera posta sula muso permette all’operatore remoto di dirigerlo con precisione millimetrica sull’obbiettivo. Da qui la definizione di “drone suicida”.

Il drone suicida è finito sotto l’occhio della intelligence israeliana perché i Pasdaran nel presentarlo hanno detto chiaramente che intendono fornirne diversi esemplari sia a Hezbollah che ad Hamas. Ed è in questo caso che il drone suicida diventerebbe davvero pericoloso perché potrebbe essere lanciato dal Libano o dalla Striscia di Gaza su obbiettivi civili e colpirli con precisione prima di essere abbattuto. I Pasdaran lo hanno presentato con l’intenzione di mostrare al mondo che hanno i mezzi per bloccare lo Stretto di Hormuz lanciandolo contro navi civili e petroliere (che non hanno sistemi di difesa) ma la manifesta intenzione di consegnarne diversi esemplari ai terroristi fanno di questo drone una vera e propria arma pensata appositamente per condurre attacchi terroristici, un’arma terroristica a tutti gli effetti perché pensata per colpire obbiettivi civili non potendo colpire (per ovvie ragioni) obbiettivi militari.

Il drone suicida è l’evoluzione di un esperimento portato avanti da Hamas nei mesi scorsi quando testarono piccoli droni con esigue cariche esplosive, solo che è molto più grande. Non si conoscono ancora bene i dati tecnici (la distanza che può coprire e la quantità di esplosivo che può portare) ma secondo il Generale iraniano Hashma Allah Malka può diventare una “formidabile arma nelle mani giuste”.

Solo pochi giorni fa i Pasdaran avevano affermato di essere “ai confini di Israele” alludendo probabilmente alla loro presenza nel Libano del sud, e di essere pronti a scatenare l’inferno nello Stato Ebraico. Ora hanno un’arma in più per colpire i civili.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Sarah F.

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