Nei giorni scorsi il M5S ha chiesto al Governo italiano di interrompere i contratti che riguardano attrezzature militari con Israele, cioè con una democrazia intenta a difendersi da attacchi terroristici. Ora vorremmo chiedere perché lo stesso M5S non ha detto una parola sui rapporti tra Italia e Iran visto che domenica scorsa a Teheran è avvenuto un incontro ad alto livello che pone le basi per un forte aumento dei rapporti, non solo commerciali, tra Italia e Iran, cioè con un paese che tutto fuorché democratico, un paese che ancora oggi ha chiamato all’unità di tutti i musulmani per distruggere Israele.
Ma non è solo il M5S, che sull’Iran sappiamo bene come la pensa, a tacere su questo incontro che di fatto anticipa il sollevamento delle sanzioni all’Iran e sancisce una collaborazione polico-diplomatico-commerciale con Teheran.
Domenica scorsa l’ambasciatore italiano in Iran, Luca Giansanti, il Direttore Generale per la Promozione italiana (economia, cultura e scienza) Andrea Meloni, e il Presidente dell’Agenzia per Commercio Estero, Ricardo Monti, hanno incontrato a Teheran il capo della camera di commercio iraniana, Golamhosein Shafei, e il vice presidente dell’istituto per gli affari internazionali, Ali Akbar Farazi, con i quali hanno discusso di un considerevole aumento della collaborazione tra Iran e Italia.
Vorremmo sapere a cosa si riferisce questo aumento della collaborazione tra Italia e Iran e soprattutto se questo tipo di collaborazione comprende anche quei prodotti ancora sotto embargo. Secondo quanto riferito dagli Studenti Iraniani (una organizzazione di fanatici vicini al grande Ayatollah Khamenei e punto di partenza per le milizie Basji), nella riunione si sarebbe deciso un “forte partenariato” tra Italia e Iran che comprende forniture per l’industria pesante, un accordo per favorire gli interscambi bancari, investimenti italiani in Iran, un programma di aiuto per la costruzione di infrastrutture, tra le quali una ferrovia e strutture portuali, e infine aiuti al settore agricolo iraniano. Ora, che ci risulti sia l’industria pesante che gli interscambi bancari sono ancora sotto embargo, come sono proibiti gli investimenti di qualsiasi tipo in Iran. Ci risulta anche che nel settore “industria pesante” vi siano compresi tutta una serie di articoli a doppio utilizzo, civile e militare.
Chiediamo quindi che il Ministro Mogherini riferisca al più presto sulla portata di questo nuovo partenariato con l’Iran e che, soprattutto, chiarisca se questo tipo di collaborazione comprende anche prodotti ancora sotto embargo come sembra di capire dal comunicato diffuso dagli Studenti Iraniani. Ma in particolare chiediamo se ritiene eticamente corretto aumentare gli scambi commerciali con un Paese che partecipa attivamente al massacro in Siria e che ancora oggi ha chiamato alla grande alleanza musulmana per distruggere un paese democratico come lo è Israele. E’ possibile che questi accordi influiscano sulla capacità del Ministro Mogherini di rimanere imparziale nella crisi che coinvolge Israele e Hamas?
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