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Rights Reporter > Medio Oriente > Iran: le prime (apparentemente grottesche) sfide di Ebrahim Raisi
Medio Oriente

Iran: le prime (apparentemente grottesche) sfide di Ebrahim Raisi

By Darya Nasifi Published 26 Giugno 2021

L’Iran ha bloccato anche le ultime pochissime ispezioni che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) riusciva ancora a fare grazie a un accordo temporaneo scaduto giovedì.

Nonostante l’AIEA avesse chiesto a Teheran di prolungare l’accordo temporaneo, richiesta appoggiata anche dalle potenze mondiali che trattano il ripristino del JCPOA a Vienna, Teheran non ne ha voluto sapere.

Non che l’Agenzia Atomica potesse controllare gran che, erano pochi e poco importanti i siti dove gli ispettori della AIEA potevano ancora accedere. Però il segnale politico è importantissimo.

La notizia è arrivata proprio mentre a Parigi il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, incontrava il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, per parlare tra le altre cose anche di Iran.

Con l’avvento di Ebrahim Raisi alla guida dell’Iran è cambiato tutto, anche la comunicazione. Ieri le agenzie di stampa iraniane rilanciavano due agenzie apparentemente grottesche, ma politicamente molto incisive.

La prima è quella dove l’Iran afferma che non è mai uscita dal JCPOA, cosa non vera perché di fatto ne è uscita nel momento in cui ha ripreso l’arricchimento dell’uranio.

Secondo Saeed Khatibzadeh, portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, «la Repubblica islamica dell’Iran non ha mai lasciato il JCPOA, sono gli Stati Uniti che devono rivedere la loro decisione e tornare all’accordo revocando le sanzioni illegali e adempiendo efficacemente ai loro impegni».

Quindi gli Ayatollah sono buoni e gli americani sono cattivi. Gli iraniani non vogliono le sanzioni così che possano efficacemente finanziare i tanti gruppi terroristici che stanno destabilizzando il Medio Oriente come ai bei vecchi tempi di Obama.

Ma l’agenzia più bella, quella che veramente ti fa cadere le braccia è quella nella quale l’Iran chiede a tutte le forze straniere di lasciare la Siria.

«Tutte le forze straniere presenti illegalmente in Siria devono andarsene senza precondizioni e ritardi; ai gruppi terroristici non deve essere permesso di usare milioni di civili come scudo umano per continuare le loro atroci attività; e il regime israeliano deve essere costretto a porre fine alla sua aggressione contro la Siria». Vedere per credere.

Apparentemente le due agenzie sembrerebbero grottesche, specialmente la seconda tenendo conto che sia l’Iran che Hezbollah non sono certo siriani. Invece sono molto importanti perché sono volutamente grottesche, diventano quindi un aperto atto di sfida a tutto il mondo.

Gli ispettori della AIEA cacciati (e non è l’unica volta), la sfida agli americani sul JCPOA, l’evidente presa per i fondelli sulla Siria, tutto in un giorno.

Questa non è un nuovo tipo di comunicazione, è la notifica che la politica iraniana con Ebrahim Raisi diventa più aggressiva, talmente grottescamente aggressiva da far paura veramente.

TAGGED: Ebrahim Raisi, iran, israele, jcpoa, nucleare iraniano, siria

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