Ieri il dittatore iraniano, Ebrahim Raisi, ha detto che l’Iran è pronto a riprendere i colloqui sul nucleare ma «senza pressioni» e tra «tre mesi».
In sostanza quello che vorrebbe il boia di Teheran è che i colloqui riprendano dopo che l’Iran è arrivato alla bomba atomica ma che nel frattempo nessuno faccia pressione e che vengano tolte le sanzioni a Teheran.
«Gli occidentali e gli americani cercano colloqui insieme a pressioni… che tipo di colloqui sono? Ho già annunciato che avremo colloqui sull’agenda del nostro governo ma non con… pressioni», ha detto Raisi alla televisione di stato.
«Stiamo cercando negoziati mirati ma che le sanzioni contro il popolo iraniano vengano revocate» ha poi aggiunto.
Secondo il Ministero degli Esteri iraniano i colloqui sono in stallo e non potranno riprendere prima di tre mesi.
Quindi ora abbiamo una linea temporale che ci indica con sufficiente precisione il tempo necessario agli iraniani per costruire la bomba: tre mesi.
L’Europa decida da che parte della storia stare
Quello che rimane un mistero è come possa l’Unione Europea proporsi come negoziatore di fronte a questa vera e propria presa in giro da parte degli iraniani.
Proprio nelle ore scorse il Premier italiano Mario Draghi e il Presidente francese Emmanuel Macron hanno finalmente convenuto che l’Europa non può più contare sull’ombrello degli USA o della NATO e che quindi necessiti di una politica estera e una difesa comune.
Bene, ma non è questo il modo di esordire con la politica estera europea unica, non facendo da lacchè agli Ayatollah iraniani. Perché è questo che sta facendo Josep Borrel. Dopo Federica Mogherini siamo caduti ancora più in basso.
E anche a livello di difesa comune. Come possiamo proporci da negoziatori con Teheran che non solo minaccia di genocidio Israele, ma finanzia il terrorismo internazionale com’è quello di Hezbollah, che è a tutti gli effetti una minaccia globale.
Allora ci si deve decidere, si deve decidere da che parte della storia stare, se dalla parte degli Ayatollah e della loro genocida bomba atomica, oppure se stare dalla parte delle democrazie mondiali. Draghi e Macron sono troppo intelligenti per non sapere che una via di mezzo non c’è.