Iran: una rete di spie dentro le ONG europee. Allerta per i rifugiati iraniani

23 Febbraio 2013

Il sospetto serpeggiava già da diverso tempo. Ora il sospetto è diventato certezza: l’Iran usa elementi di alcune ONG europee per avere informazioni sui dissidenti sfuggiti al regime e rifugiati in Europa al fine di ricattarli prendendo in ostaggio i loro famigliari rimasti in Iran.

Lo hanno scoperto le autorità spagnole che hanno arrestato tre persone dipendenti di una ONG spagnola che segue i rifugiati politici tra i quali, appunto, diversi rifugiati iraniani. Il sistema era abbastanza semplice, i tre cooperanti passavano informazioni al regime iraniano sui nomi dei rifugiati iraniani in Spagna. A quel punto il regime interveniva sui famigliari dei rifugiati rimasti in Iran prendendoli letteralmente in ostaggio allo scopo di costringere i rifugiati a collaborare attivamente con il regime o a rientrare a Teheran. Le indagini della magistratura spagnola sono ancora in corso e non si esclude che la rete di cooperanti sia molto più vasta.

Sospetti del genere si erano già avuti in passato con un paio di ONG inglesi, una francese e una italiana. Alcuni rifugiati iraniani avevano fatto perdere improvvisamente le loro tracce anche se fino a pochi giorni prima erano stati molto attivi nella lotta al regime iraniano. Poi si è scoperto che almeno una decina di questi erano rientrati volontariamente in Iran senza dare alcuna spiegazione. A seguito di accertamenti della dissidenza iraniana si è poi scoperto che i famigliari di questi dissidenti, per lo più giovani, erano stati arrestati dal regime e detenuti fino al rientro dei giovani fuggitivi in Iran. Quello che non si capiva era come il regime iraniano potesse avere avuto i nomi dei dissidenti senza l’aiuto di qualcuno che dall’interno della struttura di supporto ai rifugiati glieli avesse passati. A seguito di qualche indagine, fatta forse troppo frettolosamente e con poca discrezione, almeno tre interpreti iraniani di altrettante ONG inglesi hanno fatto perdere improvvisamente le loro tracce. Si sospetta che, come nel caso spagnolo, le segnalazioni siano partite proprio da loro. Tuttavia, a differenza di quanto è avvenuto in Spagna, le autorità inglesi non hanno approfondito le eventuali connessioni degli interpreti con altri cooperanti, connessioni che sicuramente c’erano.  Casi molto simili si sono verificati in Francia e, almeno in un paio di occasioni, in Italia.

Il sospetto, molto forte e confermato dalle indagini spagnole, è che l’Iran abbia infiltrato suoi uomini dentro ad alcune ONG compiacenti che in cambio ricevono finanziamenti da ditte iraniane di comodo basate in Europa. Se ciò fosse vero molti rifugiati iraniani e le loro famiglie potrebbero essere in pericolo, per cui ci sentiamo il dovere di invitare i rifugiati iraniani alla massima cautela nonché le ONG e/o associazioni che aiutano i rifugiati iraniani a controllare attentamente i loro dipendenti e in particolare i traduttori madrelingua. Non si vuole naturalmente lanciare un allarme eccessivo né tantomeno criminalizzare chi aiuta i rifugiati iraniani e gli interpreti, spesso persone degne di massima stima, ma si vuole solo segnalare la possibilità concreta di reali infiltrazioni all’interno di quelle ONG che supportano i dissidenti iraniani.

Amina A.

Seguici su…

Dona con carta di credito

Sostienici usando PAYPAL

Sostieni Rights Reporter con una piccola donazione

Newsletter

Fai come migliaia di nostri lettori, iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato senza però essere disturbato. Puoi cancellarti quando vuoi
Previous Story

Grillo e le regole “ad personam” che valgono per tutti ma non per lui

Next Story

Grillo e la “democrazia “ in stile iraniano

Latest from Report e analisi

Go toTop