Che ISIS puntasse al Maghreb lo si sapeva già. Più o meno tutte le intelligence interessate all’area, in particolare quella italiana e quella francese, hanno ampiamente relazionato i propri governi in merito a questo rischio. Eppure l’attentato di ieri in Tunisia ha colto di sorpresa più di un analista.
Gli attacchi e la rivendicazione di ISIS
Ieri mattina intorno alle 11 di mattina due attentatori suicidi hanno attaccato le forze di sicurezza tunisine in prossimità dell’ambasciata Francese a Tunisi e nei pressi del quartier generale della brigata anti-terrorismo tunisina.
Un agente ucciso e otto feriti è il risultato dei due attacchi che, come ha affermato il ministro tunisino del Turismo, Rene Trabelsi, avevano come obiettivo le forze di sicurezza tunisine e non quindi obiettivi turistici. L’attacco terroristico è stato rivendicato da ISIS attraverso la sua agenzia di stampa Amaq.
La precisazione del Ministro del turismo tunisino non è casuale. È infatti molto forte il timore che ISIS voglia colpire la Tunisia in quella che è una delle sue maggiori fonte di introiti, il turismo. Lo ha già fatto con l’Egitto e si teme che possa farlo anche con la Tunisia.
ISIS punta al Maghreb
Ma è tutta la regione del Maghreb ad essere entrata nel mirino dello Stato Islamico. Secondo le intelligence occidentali una considerevole quantità di terroristi è già presente in Libia e in Algeria, soprattutto nella parte sud dei due Paesi. Ma significative presenze vengono segnalate anche nelle zone montuose del Marocco e, ancora più a sud, nelle aree desertiche della regione del Western Sahara e della Mauritania.
È opinione comune di molti analisti di intelligence che dopo la sconfitta in Siria, ISIS stia cercando di riorganizzarsi nel Maghreb dove può contare su importanti appoggi logistici nonché su un certo numero di seguaci autoctoni.
Perché la Tunisia è un obiettivo primario per ISIS
Tra i Paesi nordafricani la Tunisia è da sempre l’obiettivo principale per gli attacchi dello Stato Islamico. Tunisi è tra tutti i Paesi del Maghreb quello che più di ogni altro si avvicina a una democrazia reale e laica e per questo è nel mirino dell’ISIS.
Già in passato ISIS ha compiuto sanguinosi attacchi contro obiettivi turistici in Tunisia. Il 18 marzo 2015 terroristi dell’ISIS attaccarono il museo del Bardo di Tunisi uccidendo 24 persone tra cui 21 turisti, quattro dei quali italiani. Il 26 giugno dello stesso anno due terroristi legati a ISIS riescono a introdursi nel complesso turistico dell’albergo RIU Imperial Marhaba, di proprietà spagnola, situato nel villaggio turistico di Port El Kantaoui, a 10 km da Susa. Una volta in spiaggia aprono il fuoco sui turisti provocando 38 morti e 39 feriti.
Quei due attentati misero letteralmente in ginocchio l’industria del turismo tunisina per molto tempo, industria che solo ora si sta riprendendo. Per questo ieri il Ministro del turismo si è affrettato a tranquillizzare sul fatto che gli obiettivi dei terroristi non erano i turisti. Ma il timore di nuovi attentati è molto alto, nonostante le rassicurazioni sul fatto che la Tunisia è un paese sicuro per il turismo occidentale.
Per il momento la Farnesina non ha emesso alcun avviso speciale per quanto riguarda i viaggi in Tunisia. La pagina riguardante la Tunisia è rimasta per il momento invariata ma nel caso ci si volesse recare nel Paese nordafricano è sempre bene, prima di partire, consultare la pagina di “viaggiare sicuri” per vedere se ci sono variazioni ed eventualmente scaricare l’apposita APP per rimanere sempre aggiornati.