Israele: aumentano gli aiuti umanitari a Gaza Nord

In risposta alle richieste americane onde evitare il taglio degli aiuti militari, anche se sarà difficile arrivare ai 350 camion al giorno richiesti
12 Novembre 2024
aiuti umanitari a gaza

Il gabinetto di sicurezza, nella riunione di domenica, ha approvato una serie di misure volte a migliorare la situazione umanitaria a Gaza, prima della scadenza di mercoledì fissata dagli Stati Uniti per affrontare la crisi o rischiare un embargo parziale sulle armi da parte di Washington.

Il 13 ottobre gli Stati Uniti hanno inviato a Israele una lettera in cui avvertivano che aveva 30 giorni di tempo per adottare una lista di misure o rischiare di non essere in regola con le leggi statunitensi, che impediscono il trasferimento di armi offensive ai Paesi che bloccano l’accesso agli aiuti umanitari. Minaccia ribadita solo pochi giorni fa.

Tra le misure richieste dagli Stati Uniti, Israele doveva aumentare la quantità di aiuti che entravano a Gaza fino a 350 camion al giorno. Negli ultimi mesi questo numero è stato in media molto inferiore a 100.

Tra le misure approvate domenica dal gabinetto di sicurezza c’è un aumento non specificato della quantità di aiuti che entrano nella Striscia, ma un funzionario israeliano ha dichiarato ad Axios che Israele non sarà in grado di soddisfare il parametro dei 350 camion stabilito dagli Stati Uniti.

Un’altra misura approvata dal gabinetto è l’espansione verso l’interno della zona umanitaria costiera di Muwasi, che l’IDF ha già iniziato ad ampliare nelle ultime settimane.

I ministri hanno concordato anche che Israele invierà un impegno scritto nel quale afferma che non cercherà di deportare con la forza i gazani dalle zone di combattimento. Questo sembra essere una risposta alla richiesta degli Stati Uniti, contenuta nella loro lettera, di chiarire che Israele non sta cercando di “isolare il nord di Gaza” attraverso l’attuazione del cosiddetto Piano dei generali.

Il piano prevede che l’IDF assedi il nord di Gaza per prevenire la rinascita di Hamas, e l’IDF ha insistito sul fatto che non lo sta attuando. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto al Primo Ministro Benjamin Netanyahu di fare pubblicamente lo stesso, ma il premier avrebbe rifiutato di farlo a causa delle pressioni dei suoi partner di coalizione.

Non è chiaro se l’impegno scritto sarà sufficiente a soddisfare le richieste degli Stati Uniti a Israele.

La lettera degli Stati Uniti conteneva una richiesta separata, apparentemente di livello inferiore, affinché Israele permettesse alla Croce Rossa di visitare i prigionieri palestinesi, in seguito alle crescenti segnalazioni di abusi nelle carceri israeliane.

Secondo fonti israeliane questa richiesta è stata negata dal gabinetto di sicurezza. Hamas ha rifiutato di permettere alla Croce Rossa di visitare i 101 ostaggi rimasti a Gaza. Quando Hamas permetterà alla Croce Rossa di visitare gli ostaggi, Israele farà altrettanto.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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