Martedì notte il Parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato in prima lettura con 63 voti a favore e 47 contrari diverse riforme del sistema giudiziario israeliano.
Le riforme proposte hanno diviso l’opinione pubblica israeliana, con la coalizione che ha portato avanti solo alcune delle misure controverse dopo le proteste dell’opinione pubblica.
Questo disegno di legge limiterebbe le decisioni della Corte Suprema sulle Leggi Fondamentali, che fungono da Costituzione di Israele, cambiando anche la composizione della commissione che seleziona i giudici.
Il voto ha segnato solo un’approvazione preliminare del piano. Ma ha alzato la posta in gioco in una battaglia politica che ha attirato decine di migliaia di manifestanti nelle strade, scatenato critiche da parte di settori influenti della società e allargato le spaccature in un Paese già polarizzato.
Yair Lapid, leader dell’opposizione israeliana, in un tweet ha detto ai membri della coalizione di governo che “la storia vi giudicherà”. Lapid ha incontrato Netanyahu per discutere sulle riforme, mentre le due parti cercano di trovare un compromesso.
Anche il presidente di Israele ha esortato il governo a congelare la legislazione e a cercare un compromesso con l’opposizione, una posizione sostenuta dalla maggior parte dei sondaggi.
Nonostante gli sforzi, sembra che il governo israeliano stia andando avanti indipendentemente dall’opposizione.
“Una grande notte e un grande giorno”, ha twittato il primo ministro Benjamin Netanyahu dopo il voto.
“Il popolo ha esercitato il suo diritto di voto alle elezioni e i rappresentanti del popolo eserciteranno il loro diritto di voto qui alla Knesset di Israele. Si chiama democrazia”, ha dichiarato Netanyahu, lasciando però aperta la porta al dialogo sui cambiamenti previsti.
Parte delle critiche alle riforme, oltre a modificare l’equilibrio di potere tra i rami del governo che dura da molto tempo, riguardano Netanyahu e i processi per corruzione a suo carico.
Un picco di accesa retorica, che la destra ha ribattezzato incitamento, sulle riforme è stato registrato anche tra i leader politici, tra cui il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai e l’ex primo ministro Ehud Olmert.
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