Israele ha tolto i benefici fiscali per i cittadini israeliani che fanno donazioni ad Amnesty International. Lo ha fatto sapere il Ministro delle Finanze israeliano, Moshe Kahlon.

«Utilizzando tutti i mezzi legali di cui disponiamo abbiamo tolto i benefici fiscali a quelle organizzazioni che volutamente danneggiano Israele o l’esercito israeliano» ha detto ieri il Ministro delle finanze israeliano.

La decisione di Moshe Kahlon arriva a seguito di una durissima segnalazione al suo ufficio per l’ennesimo rapporto prodotto da Amnesty International in merito alle operazioni anti-terrorismo condotte dal IDF in Giudea e Samaria. La segnalazione arrivava da un deputato del Likud, Miki Zohar, il quale segnalava al Ministro delle Finanze israeliano come Amnesty International attaccasse continuamente l’IDF evitando accuratamente di parlare degli attentati terroristici compiuti dai cosiddetti “palestinesi” come per esempio la strage della famiglia Salomon avvenuta la scorsa settimana.

«Amnesty International si definisce una organizzazione per la difesa dei Diritti Umani ma si comporta in modo diametralmente opposto» ha scritto Miki Zohar nella sua lettera prima di elencare la lunghissima serie di rapporti fuorvianti e di parte scritti da Amnesty International contro Israele e contro le forze di difesa israeliane durante questi anni.

La decisione del Ministro delle Finanze israeliano è stata bollata da Amnesty International e da altre ONG (che adesso rischiano seriamente di perdere anche loro i benefici fiscali) come una “iniziativa populista”.

Già lo scorso anno Amnesty International aveva rischiato di vedersi revocare i benefici fiscali riservati a chi fa donazioni a ONG e a organizzazioni non profit, ma in qual caso la Knesset decise (non senza polemiche) di rinnovare tali benefici per un anno in luogo dei soliti tre anni. Adesso i nodi sono venuti al pettine, da qui la decisione del Ministro Moshe Kahlon di revocare tali benefici che potevano spingere molti israeliani a fare donazioni alla ONG internazionale.