Kurdistan, Erbil (Rights Reporter) – Le milizie sciite di Hashd al-Shaabi, sostenute dall’Iran, hanno bruciato la casa di un giornalista curdo a Tuz Khurmatu, come rappresaglia per suo lavoro con le forze Peshmerga negli ultimi anni di lotta contro lo Stato islamico (ISIS).

Hawkar Hassan
Hawkar Hassan

Hawkar Hassan, un giornalista curdo che lavorava per una stazione televisiva affiliata con l’Unione patriottica del Kurdistan (PUK), ha dichiarato sul suo account Facebook che uomini armati appartenenti alla milizia sciita Hashd al-Shaabi hanno bruciato la sua casa nel quartiere di Rizgari nella città di Tuz Khurmatu.

Nel suo post Hassan ha spiegato di aver lavorato come giornalista nell’area, coprendo le notizie sulla dura battaglia condotta dalle forze Peshmerga contro ISIS, aggiungendo che le milizie sciite hanno considerato il suo lavoro un crimine e hanno bruciato la sua casa e questo nonostante il fatto che un gruppo di funzionari del PUK abbia raggiunto un accordo con Hashd al-Shaabi per consegnare i territori contesi alle milizie, ma le milizie non si sono astenute dal distruggere la casa di un giornalista affiliato al PUK.

Da quando il 16 ottobre l’esercito iracheno, appoggiato dalle milizie sciite sostenute da Teheran, ha attaccato e conquistato le aree contese di Kirkuk, Tuz Khurmatu e Khanaqin, una grave crisi umanitaria è scoppiata nella regione. Le violenze delle milizie sciite hanno costretto alla fuga circa 200.000 civili. Solo nella città di Tuz Khurmatu sono centinaia le case e le attività commerciali curde date alle fiamme. L’incendio della casa del giornalista curdo è solo l’ultimo grave episodio di intimidazione contro i curdi che sembrano vittime di una vera e propria pulizia etnica.

Rimane da chiedersi come possano ancora gli americani sostenere un esercito, quello iracheno, che è chiaramente agli ordini delle milizie sciite dirette dall’Iran e lasciare che pezzo dopo pezzo gli iraniani si mangino l’Iraq e il Kurdistan.