La Turchia è pronta al califfato di Erdogan

12 Aprile 2017

Domenica prossima in Turchia si terrà il tanto temuto referendum che se, come previsto, dovesse passare conferirà ad Erdogan poteri eccezionali che cancelleranno in un sol colpo la laicità turca e trasformeranno la Turchia in una specie di califfato (o sultanato).

Secondo i sondaggi la riforma costituzionale voluta da Erdogan dovrebbe passare senza problemi. Il califfo turco ha fatto piazza pulita di tutti gli oppositori, controlla tutti i media e ha silenziato quelli che lo contrastavano. All’apparenza sembrerebbe un referendum democratico ma in realtà non lo è affatto.

Il rischio è che la Turchia si trasformi da uno stato laico a un califfato islamico poco difforme da altri regimi islamici.

I sostenitori del referendum sostengono invece che quello del califfato islamico è un rischio che non esiste, ma che la riforma tende a eliminare le crisi politiche che hanno attanagliato la Turchia negli ultimi decenni.

Al contrario gli oppositori affermano che se il referendum dovesse passare ci si troverà di fronte a uno Stato governato da un ‘uomo solo al comando’ il quale avrà poteri praticamente illimitati. Molti oppositori affermano che il ‘tentato golpe’ del luglio scorso sia stato in realtà organizzato dallo stesso Erdogan proprio per fare tabula rasa degli oppositori e per promuovere il referendum che conferirà allo stesso Erdogan poteri illimitati. E i numeri danno ragione agli oppositori.

Crescono le tensioni con l’Unione Europea

Con l’approssimarsi del voto crescono anche le tensioni tra l’Unione Europea e la Turchia. La UE non ha fatto mistero di essere fortemente contraria alla fine della laicità in Turchia e a un controllo totale del Paese da parte di Erdogan. Nelle settimane scorse l’Olanda ha negato a un ministro turco di fare propaganda a favore del referendum in territorio olandese scatenando le ire furiose di Erdogan che se l’è presa pure con la UE che aveva dato sostegno a Rotterdam. Il rischio che la Turchia si trasformi in un califfato islamico preoccupa l’Europa non solo per l’accordo sui rifugiati siriani ma anche per le conseguenze che potrebbero arrivare dalla fine della laicità della Turchia. E non si può dimenticare che la Turchia è membro della NATO e in tanti si chiedono se ha ancora un senso la sua presenza all’interno dell’Alleanza Atlantica. Di certo non aiutano gli inviti di Erdogan ai musulmani europei a far figli per conquistare l’Europa.

Infine, ma non meno importante per capire dove sta andando la Turchia, c’è da notare che Erdogan non ha solo il sostegno della gran parte dei musulmani turchi nostalgici del califfato turco ma anche quello molto forte della Fratellanza Musulmana che vede in questo referendum l’occasione per avere finalmente un leader Fratello Musulmano a capo di un grande Paese in grado di spostare molti equilibri e di creare finalmente quel califfato che da tanto tempo agognano.

Gabor H. Friedman

Consulente per i progetti di sviluppo per diverse organizzazioni internazionali. Vive negli Stati Uniti

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