Pur essendo lontanissimo dal punto di vista politico rappresentato da Itamar Ben-Gvir e dal suo partito. Pur essendo contrario alle sue politiche che giudico malissimo rispetto alla destra liberale e riformista che immagino per Israele, non posso sopportare il veto europeo alla sua partecipazione all’annuale “giornata per l’Europa”.
Il Ministro della sicurezza Itamar Ben-Gvir avrebbe dovuto parlare martedì prossimo all’annuale giornata per l’Europa e lo farà nonostante il veto posto dalla UE in quanto “le opinioni e i pregiudizi del ministro contraddicono i valori rappresentati dall’organismo europeo”.
Ad annunciare che Ben-Gvir parlerà comunque all’evento è stato il Ministero degli esteri di Gerusalemme con una nota diffusa nella tarda serata di ieri.
“Il ministro parlerà dell’importanza della lotta congiunta dell’UE e di Israele contro il terrorismo e chiederà di rafforzare la cooperazione oltre ad unirsi nella lotta contro la Jihad e i terroristi, mettendo in guardia contro il finanziamento di azioni contro i soldati dell’IDF”.
“Il ministro ritiene che in una democrazia le diverse opinioni possano e debbano essere ascoltate” ha poi aggiunto il comunicato.
Ed è proprio questa ultima frase che dovrebbe entrare nella testa dei burocrati di Bruxelles. Israele è una democrazia moderna all’interno della quale vi è una vivace discussione politica. Gli organi di garanzia e gli anticorpi contro azioni “autoritarie” ci sono tutti come hanno dimostrato le oceaniche manifestazioni di protesta contro la riforma giudiziaria e come dimostra la netta discesa di Netanyahu nei sondaggi elettorali.
Il veto posto a Ben-Gvir rappresenta quindi una vera e propria intromissione nella politica interna a Israele e non è quindi accettabile. Giusto quindi far notare al Ministro della sicurezza di Israele come le sue idee siano lontane da quelle europee, ma censurarlo significa mettersi esattamente al suo livello.