«Israele non può avere progetti di cooperazione, di collaborazione e di sostegno con chi ogni giorno la attacca presso gli organismi internazionali». A sostenerlo, secondo Radio Israel, è il Governo israeliano che oggi si riunirà per decidere se congelare o meno i trasferimenti fiscali verso l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) oltre a bloccare tutti i progetti di collaborazione con la stessa ANP.
Otto ministri del Governo israeliano si riuniranno oggi per prendere alcune importanti decisioni in risposta ai continui attacchi provenienti dalla ANP e da alcuni organismi internazionali, non ultimo quello proveniente dal Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu il quale ha emesso una risoluzione assurda (l’ennesima) contro Israele solo pochi giorni fa.
Israele è l’unico Stato al mondo a sostenere l’economia di una entità che si comporta a tutti gli effetti come un nemico, l’unico Stato a mondo che quotidianamente invia aiuti umanitari all’interno di un territorio (la Striscia di Gaza) dichiaratamente ostile, invio che non si è fermato nemmeno mentre dalla Striscia di Gaza piovevano centinaia di missili sul territorio israeliano. E’chiaro che questa strategia “buonista” non paga, quindi tanto vale tagliare ogni forma di assistenza e cooperazione.
«Il presidente palestinese, Mahmoud Abbas (alias Abu Mazen), è impegnato in una campagna terroristico-diplomatica contro Israele – a detto il Ministro degli Esteri israeliano, Avidgor Lieberman, riferendosi alla decisione del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu di inviare una missione per valutare l’impatto degli insediamenti sui Diritti dei palestinesi – e noi dovremmo continuare a collaborare con la ANP? Capirete che non è possibile».
E’ la solita tattica palestinese di prendere tutto il possibile e poi di agire come se nulla le fosse dato e tutto le fosse dovuto. Solo che questa volta lo “sputare sul piatto da dove mangia” non paga più. Israele è stanco di fare il gioco di Abu Mazen e dei suoi corrotti soci di merende. Se oggi il Governo israeliano deciderà di bloccare completamente le rimesse e ogni forma di collaborazione con la ANP sarà solo una decisione giusta voluta però proprio dalla ANP che con il suo solito comportamento ambiguo ha portato Israele a prendere questa decisione. Noi da mesi sosteniamo che l’essere buonisti con gli arabi non ha mai pagato e non pagherà mai. Sono gli arabi che devono cambiare non gli israeliani. Il problema è che fino a quando la Comunità internazionale continuerà a inviare denaro a pioggia alla ANP, denaro che poi sparisce in mille rivoli sconosciuti, gli arabi si sentiranno sempre autorizzati a sputare sul piatto da dove mangiano.
Sarah F.