La controffensiva mediatica di Pechino contro chi critica la Cina per la gestione delle vicenda relativa al COVID-19 (o Coronavirus) sta vivendo una accelerazione senza precedenti.
Non solo i media cinesi ma anche molti media mainstream fuori dalla Cina stanno cercando di far passare l’idea che le critiche alla Cina per la gestione iniziale della crisi generata dal Coronavirus non siano altro che parte di una campagna volta a diffondere razzismo anti-cinese.
Anzi, è in atto una vera e propria contro-campagna indirizzata a far passare l’idea che il comportamento di Xi Jinping non solo sia stato ineccepibile, ma che il leader cinese sia addirittura una specie di salvatore del mondo che sta mandando aiuti umanitari a tutti coloro che nel mondo sono stati colpito dal virus CODIV-19.
«Oggi la xenofobia dei media e la guerra su vasta scala contro la Cina sono diventati la norma» scrive la East China Normal University in un saggio pubblicato sabato scorso. «La “feccia bianca” sta diffondendo la teoria che la febbre gialla è tornata».
Secondo la East China Normal University «alcuni media hanno generato e diffuso questi virus razziali con lo scopo di incitare l’odio contro la Cina e le comunità cinesi sparse in tutto il mondo».
Beh, lasciatemi dire che questa è una sciocchezza colossale. Non c’è (e non c’è mai stato) razzismo anti-cinese in nessun parte del globo e questo nonostante le politiche fortemente invasive e dannose a livello geopolitico portate avanti da Pechino.
La realtà vera è che la Cina sin dall’inizio della crisi del Coronavirs si è mossa come uno stato canaglia, prima nascondendo l’epidemia e poi non fornendo sufficienti informazioni sulla gravità dell’epidemia stessa.
Pechino non ha dato a nessuno la possibilità concreta di prepararsi in tempo per la pandemia di COVID-19 che sta colpendo praticamente tutto il mondo.
E se c’è qualcuno che oggi ventila l’idea che gli unici a guadagnare da questa pandemia siano proprio i cinesi, la teoria non è del tutto campata in aria e comunque è stato proprio il comportamento di Pechino a ingenerare questa teoria.
Non c’è nulla di razzista nell’affermare questa verità.
Xi Jinping non è affatto il salvatore del mondo ma è colui che con il suo comportamento criminale lo ha condannato a questo flagello globale. Per questo andrebbe processato, non adulato.
E allora ci si faccia almeno il piacere di non sparare accuse a vanvera di razzismo anti-cinese contro chi critica legittimamente il criminale comportamento di Pechino. Si eviti di far passare il regime cinese come il salvatore del mondo perché è l’esatto contrario. La Cina è il boia del mondo e non c’è niente di razzista dell’affermare questa verità.