Come ho avuto modo di dire in un’altra occasione, sulla nascita di COVID-19 non credo a strane teorie di complotto o ad altrettanto strane teorie sulla sua creazione in laboratorio. Sono tutte cose che lasciamo agli storici o ai teorici della cospirazione.
Preferisco guardare ai fatti. E i fatti sono impietosi con Pechino perché ci dicono che i cinesi sapevano del Coronavirus da diversi mesi, forse addirittura da novembre dello scorso anno, e non hanno detto nulla a nessuno, non hanno avvertito la comunità internazionale di un pericolo immane nato e cresciuto in Cina.
E non è pensabile che gli scienziati di Pechino non abbiano valutato con attenzione le eventuali conseguenze di una sua possibile diffusione fuori dai confini cinesi. Non è possibile che non abbiano valutato la possibilità che quel tipo particolare di Coronavirus potesse trasformarsi in una pandemia.
Cosa dice il Diritto Internazionale
A meno che non si tratti di un’arma biologica (non permessa), gli Stati hanno precisi obblighi in merito alla segnalazione di potenziali rischi per l’Umanità e più nello specifico essendo la Cina aderente alla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in base a quanto stabilito dalla Costituzione della stessa OMS, Pechino «ha l’obbligo di cooperare in buona fede per favorire il perseguimento degli scopi e degli obiettivi dell’Organizzazione espressi nella sua costituzione».
Tradotto in soldoni, la Cina aveva l’obbligo di segnalare immediatamente il rischio all’OMS.
La storia tra voci e verità
Secondo la storia i primi di dicembre 2019 fu un giovane dottore cinese, Li Wenliang, a scoprire per primo il Coronavirus COVID-19 e a dare l’allarme al suo governo. Sempre secondo la storia, Li Wenliang non solo non venne considerato ma venne “gentilmente” invitato a non insistere e addirittura fu accusato di essere una specie di avvelenatore di pozzi. Qualcuno sostiene che addirittura Li Wenliang scoprì il virus in novembre ma che tutto fu messo a tacere (per la cronaca, Li Wenliang è morto di Coronavirus lo scorso mese di febbraio).
La Cina rese noto il Coronavirus COVID-19 solo nel gennaio 2020 anche se oggi i dati ufficiali della OMS sostengono che l’epidemia nella regione di Wuhan nacque “probabilmente” nel dicembre 2019. Non solo, si venne a sapere del COVID-19 solo perché i cinesi furono costretti a mettere sotto quarantena una città di 6,5 milioni di abitanti. Nel frattempo questo virus mortale aveva girato e infettato per molto tempo, troppo tempo vista la facilità e la velocità con la quale oggi ci si muove in giro per il mondo.
In sostanza la Cina ha omesso deliberatamente di avvisare il mondo dell’esistenza e del pericolo che rappresentava il virus COVID-19.
Secondo la giurisprudenza moderna chi deliberatamente compie atti criminali che possono interessare e danneggiare l’intera umanità (o sono percepiti come tali) commette un crimine contro l’Umanità.
Più di un miliardo di persone rinchiuse in casa, decine di migliaia di morti, economie mondiali allo sbando sono decisamente un crimine contro l’Umanità.
Evitare deliberatamente – per meri interessi economici – di avvisare il mondo del rischio di una devastante pandemia è un crimine contro l’Umanità.
Oggi invece vediamo il leader cinese, Xi Jinping, vantarsi di aver sconfitto il virus mortale, usare decine di migliaia di morti per fare una squallida propaganda sulle qualità tecnologiche cinesi quando invece dovrebbe essere portato di fronte a un tribunale internazionale per rendere conto dei sui crimini.
E c’è chi in Italia ringrazia la Cina per averci mandato qualche mascherina e un pugno di “esperti” ed è pronto a tornare sin da subito a commerciare con Pechino.
Ma stiamo scherzando, stiamo scherzando. Potevano evitare tutto questo con un niente e non lo hanno fatto (solo la storia ci dirà se per un disegno preciso o per altro) e noi li ringraziamo pure?
Siamo troppo impegnati a salvarci la vita per pensare a queste cose, ma il sig. Xi Jinping non se la può cavare così a buon mercato, non può passare addirittura per una specie di eroe. Xi Jinping è un criminale che prima o poi (se il mondo ha le palle) dovrà rendere conto di quello che ha provocato scientemente. Altro che via della seta.