A Gerusalemme ci hanno perso il sonno. E’ questa la frase più in voga in seno alla intelligence israeliana quando si parla di presenza iraniana in Siria e un nuovo rapporto stilato dall’analista Ronen Salomon non aiuta certo a prendere sonno.

In vista dell’incontro tra Putin e Netanyahu che si terrà domani a Sochi, in Russia, è stato diffuso un nuovo allarmante rapporto sulla presenza iraniana in Siria e su come gli Ayatollah hanno progressivamente aumentato la loro influenza non solo nella martoriata terra siriana ma in tutto il Medio Oriente.

Combattenti sciiti provenienti dal Libano, dall’Afghanistan, dall’Iraq e naturalmente dall’Iran che rispondono agli ordini del capo della Forza Quds iraniana, il Generale Qasem Soleimani, formano lo zoccolo duro di questa vera e propria invasione iraniana della Siria. In totale circa 18.000 uomini ben armati e addestrati che progressivamente e usando diversi espedienti per eludere le sanzioni internazionali, hanno progressivamente occupato la Siria andando non solo a posizionarsi a ridosso del confine israeliano nell’area del Golan ma, attraverso diversi sistemi, contribuendo in maniera importante a mettere in piedi una vera e propria macchina da guerra volta esclusivamente a minacciare Israele.

Il rapporto di Salomon è impietoso e mostra come il timore più grande di Israele, quello cioè di ritrovarsi l’esercito iraniano ai suoi confini, stia diventando una realtà. Basi militari in diversi punti strategici della Siria, costruzione di infrastrutture volte alla produzione e all’assemblaggio di armi, compagnie civili aeree e navali usate come copertura per trasportare armi e uomini dall’Iran alla Siria dimostrano come a Teheran non stiano a lesinare sugli sforzi per questo vero e proprio atto di guerra nei confronti di Israele.

“Compagnie aeree e navali civili, persino la Mezza Luna Rossa, usate come copertura per l’invasione”

Alla compagnia marittima IRISL è stato affidato il compito di trasportare via mare, sotto la copertura di trasporti commerciali, un gran numero di armi avanzate mentre le compagnie aeree Iran Air e Mahan Air, sempre con la copertura di voli civili, hanno trasportato in Siria migliaia di combattenti e di armi leggere. Di recente, per accelerare l’invasione, è stata messa in campo anche una terza compagnia aerea, la Qasem Fares Air dotata di grandi aerei da trasporto russi in grado di trasportare oltre a gli uomini anche i blindati e che in poco tempo ha compiuto diversi viaggi in Siria, tutti rigorosamente di notte per cercare di sfuggire al controllo satellitare. Per trasferire uomini della Forza Quds gli iraniani si sono avvalsi invece della copertura della Mezza Luna Rossa iraniana facendo passare il trasferimento di uomini e armi per azioni umanitarie.

Secondo il rapporto, in poco tempo l’Iran ha trasferito solo per via aerea sulle rotte Teheran-Damasco e Abadan-Damasco oltre 21.000 uomini e 5.000 tonnellate di approvvigionamenti.

I centri di comando e le basi

I centri di comando iraniani in Siria sono quattro. Il Primo, incaricato di gestire e smistare i voli provenienti dall’Iran, è posizionato presso l’aeroporto di Damasco. Altri centri di comando e smistamento sono segnalati nelle zone di Dumayr, nella base aerea di Shayrat e nella regione di Homs. Testimoni hanno segnalato all’intelligence israeliana che gli iraniani stanno costruendo velocemente alcuni complessi militari nella zona costiera nord-occidentale, mentre le operazioni militari si sono concentrate nell’area di Tanf, al confine tra la Siria e l’Iraq, nel chiaro tentativo di liberare l’area per poter creare un corridoio diretto tra l’Iran e la Siria per trasferire blindati senza tanti problemi. Interessante a tal proposito ricordare l’accordo tra Iran e Turchia raggiunto nei giorni scorsi per azioni coordinate contro i curdi che proprio in quella zona potrebbero essere un problema per i piani iraniani.

Israele non può rimanere immobile

Di fronte a questo quadro Israele non può rimanere immobile. La settimana scorsa il capo del Mossad, Yossi Cohen, si è recato con una delegazione di altissimo livello a Washington per esporre agli alleati americani le preoccupazioni israeliane e le possibili azioni da compiere, senza tuttavia ottenere un grande aiuto dagli americani. Domani Netanyahu renderà partecipe delle stesse preoccupazioni anche Putin, si ritiene per annunciare al Presidente russo che Israele non intende rimanere immobile di fronte alla minaccia iraniana che proviene dalla Siria. Il quadro è complicatissimo ma lo Stato Ebraico non può rimanere certamente con le mani in mano mentre il suo più temibile nemico cerca di accerchiarlo usando il conflitto in Siria come paravento per le sue azioni.

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