I palestinesi fanno l’unica cosa che sono bravi a fare: minacciano. Ieri il rappresentate e negoziatore palestinese, Saeb Erekat, ha minacciato pesantemente il Presidente eeltto Donald Trump ammonendolo che se continuerà con la sua idea di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme sarà il caos in tutto il mondo arabo.
Parlando in una conferenza telefonica organizzata dal Wilson Center policy forum di Washington, Saeb Erekat non si è fatto alcun scrupolo a minacciare Trump infilando una dietro l’altra quali sarebbero le conseguenze di una decisione americana volta a trasferire l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme. Prima di tutto l’OLP revocherà il riconoscimento di Israele e poi in tutto il mondo arabo scoppieranno manifestazioni contro tutte le sedi diplomatiche USA, manifestazioni così imponenti da costringere alla chiusura tutte le ambasciate e le sedi diplomatiche americane nei Paesi musulmani. «Non saranno gli stati arabi a voler chiudere le ambasciate ma sarà la furia del popolo» ha ammonito Saeb Erekat.
Erekat ha poi criticato duramente la nomina di David Friedman ad ambasciatore USA in Israele definendo la sua volontà di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme come «una annessione illegale di Gerusalemme Est alla quale ci opporremo con ogni mezzo a nostra disposizione».
Saeb Erekat ha poi annunciato una riunione dei diplomatici arabi e di quelli palestinesi organizzata per ieri sera al Cairo, in Egitto, al fine di preparare una risoluzione contro Israele da presentare al più presto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Al momento non si conoscono i risultati di questa riunione né si sa se si è tenuta visto anche quello che è successo in Turchia. Quello che sembra evidente è che i palestinesi faranno di tutto per accelerare le loro operazioni prima che Trump entri alla Casa Bianca, magari confidando in un aiutino da parte di Obama.
Scritto da Sarah G. Frankl