Alcuni ministri israeliani hanno incontrato questa mattina i vertici di Facebook ai quali hanno chiesto di rimuovere dalla piattaforma tutti i messaggi che incitano alla violenza.

A farlo sono stati il ministro della Giustizia Ayelet Shaked (Bayit Yehudi) e il ministro dell’informazione Gilad Erdan (Likud) che si sono incontrati con il Vice Presidente della Public Policy di Facebook, Joel Kaplan, al quale hanno chiesto di rimuovere tutti i messaggi che contendo le parole “Intifada” “Nazis” “stabbings” “shahids” “death to Jews” e “death to Arabs” in quanto incitano alla violenza. L’iniziativa è volta a ridurre al minimo l’incitamento alla violenza sui social network che negli ultimi mesi è stato particolarmente virulento e ha contribuito non poco a scatenare una lunga serie di attacchi contro cittadini israeliani.

Nonostante le forze dell’ordine israeliane abbiano lavorato a stretto contatto con Facebook per prevenire la violenza e l’incitamento a commettere violenza, attualmente Facebook rimuove solo i post che non rispettano i cosiddetti “standard della comunità” cioè solo quei post che invitano direttamente a commettere un omicidio, un sequestro di persona e altri crimini gravi, ma non quelli che per esempio incitano all’odio razziale o incitano genericamente alla violenza e questo nonostante Facebook si sia impegnato più volte a farlo.

Social Network sempre più veicoli di odio e antisemitismo

Ma il discorso non si limita solo a Israele, agli israeliani e più in generale agli ebrei che risultano particolarmente colpiti da questa ondata di odio che attanaglia i Social Network, ma riguarda tutto il mondo dove gli episodi di antisemitismo, di razzismo e di nazismo si sono moltiplicati proprio grazie alla immensa potenzialità dei Social di veicolare i messaggi di odio. Solo per parlare di antisemitismo, una recente conferenza organizzata dalle Nazioni Unite ha potuto verificare che ogni anno sono circa 250.000 i messaggi palesemente antisemiti che vengono pubblicati solo su Facebook. E se le cose non cambiano in fretta con un aumento della responsabilità dei gestori dovranno essere gli Stati a mettere un freno a questo permanente incitamento all’odio con leggi nazionali appositamente studiate allo scopo. E non credo che questo sarebbe molto gradito a Facebook e agli altri social.

Scritto da Bianca B.