Da lunedì scorso, quando è iniziata la pioggia di razzi su Israele, centinaia di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a rimanere in prossimità dei rifugi. Niente lavoro, niente scuola, niente servizi pubblici. Solo gli interventi di emergenza sono stati garantiti dalla Magen David Adom. Questa è la drammatica situazioni in cui sono costretti a vivere gli abitanti del Negev e di tutto il sud di Israele.
Secondo molti cittadini israeliani la risposta data dall’IDF al continuo lancio di missili da Gaza verso Israele è stata troppo debole. La gente inizia a chiedere un “provvedimento definitivo” consapevole che non è possibile vivere una vita normale sotto la continua minaccia dei missili di Hamas e della Jihad Islamica.
Ieri sera alcuni funzionari dell’IDF hanno dato una risposta alle critiche di “risposta debole” agli attacchi di Hamas e lo hanno fatto spiegando nel dettaglio quali sono le nuove tecniche adottate dal gruppo terrorista per evitare di essere colpito. Innanzitutto durante la settimana solo in alcune occasioni Hamas ha lanciato missili Grad che, sebbene più potenti, hanno un punto debole: il loro “punto di origine” è facilmente individuabile. Ogni volta che un Grad è stato lanciato, entro pochi minuti l’aviazione israeliana era sul punto di partenza del missile. Per il resto la maggioranza dei missili e dei proiettili lanciati da Hamas su Israele durante questa settimana sono stati di tipo Qassam e missili Katyusha da 107 mm. Ed è qui che si è notata la nuova tecnica di Hamas. I lanciatori sono posizionati in profonde buche scavate nel terreno e sono azionati a distanza. E’ raro quindi sorprendere i terroristi sul posto del lancio. In alcuni casi l’aviazione israeliana li ha sorpresi mentre preparavano la “piattaforma di lancio” colpendoli, ma nella maggioranza dei casi i terroristi sono rimasti al sicuro. Poi c’è da dire che quasi sempre le piattaforme di lancio si trovano in prossimità di abitazioni civili e colpirle potrebbe voler dire colpire anche le abitazioni civili. La solita vigliacca tattica di Hamas e della Jihad Islamica che punta a far uccidere i civili per poi poterne sfruttare il ritorno mediatico.
Alcuni osservatori hanno poi fatto notare che nei giorni scorsi Hamas ha fatto chiaramente intendere di voler sfruttare il momento di confusione che sta vivendo l’Egitto in quanto difficilmente Israele avrebbe reagito duramente con il rischio di mettere in difficoltà la Giunta Militare egiziana con i Fratelli Musulmani. A spingere verso questa nuova tattica sarebbero stati i “consulenti iraniani” presenti in gran numero nella Striscia di Gaza.
Quindi la “debole reazione” dell’IDF al lancio di missili da Gaza su Israele sarebbe da imputare alle nuove tecniche messe in atto dai terroristi, dal rischio elevatissimo di fare vittime civili e quindi di fare un favore ad Hamas e infine dal rischio concreto di mettere in difficoltà la giunta militare egiziana in un momento così delicato. E’ chiaro che prima o poi il “problema Hamas” dovrà essere risolto in maniera definitiva, specie se il gruppo terrorista continua a tenere sotto tiro tutto il sud di Israele con le conseguenze che abbiamo visto durante questa ultima settimana.
Sharon Levi