E’ stata l’ultima grande promessa elettorale di Benjamin Netanyahu quella di annettere gli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria e adesso si scopre che non era affatto una “promessa elettorale” ma una vera dichiarazione di intenti.

Lo si è capito con chiarezza ieri quando il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, parlando alla CNN ha fatto intendere che la dichiarazione pre-elettorale di Netanyahu era stata concordata con Washington.

Quando l’anchorman della CNN, Jake Tapper, ha chiesto a Mike Pompeo se la dichiarazione fatta da Netanyahu prima della elezioni israeliane in merito alla annessione degli insediamenti avesse danneggiato il Piano di pace americano per il Medio Oriente, Pompeo non ha fatto una piega.

«Non lo so» ha risposto sibillino Pompeo. «Credo che il nostro piano di pace rappresenti un cambiamento significativo rispetto all’approccio visto negli ultimi 40 anni» ha poi aggiunto Pompeo.

«Si sono avute molte idee per 40 anni ma non hanno portato la pace tra israeliani e palestinesi» ha continuato Pompeo. «La nostra idea è di proporre una visione che abbia idee nuove, diverse, che siano uniche, che cercano di riformulare e rimodellare quello che è stato un problema intrattabile» ha poi concluso il Segretario di Stato Americano.

L’annessione degli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria significa mettere sotto la legge israeliana almeno 400.000 cittadini ebrei che al momento non lo sono e che vivono quindi in un limbo giuridico che non di rado crea qualche problema.

Secondo indiscrezioni molto verosimili, prima di fare la sua promessa Netanyahu si sarebbe sentito con il Presidente Trump e i due si sarebbero accordati su una annessione degli insediamenti graduale che non avrebbe escluso nemmeno quegli insediamenti che sono attualmente isolati.

La “vaghezza” di Mike Pompeo nasconde quello che in realtà era già noto da tempo e cioè che il piano di pace americano per il Medio Oriente (il cosiddetto piano del secolo) prevede, tra le altre cose, proprio l’annessione degli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria anche se con una formula di “scambio di territorio” con i palestinesi.

Con la sua “dichiarazione/promessa” Netanyahu ha quindi solo anticipato qualcosa che è noto anche ai palestinesi, i quali non per niente hanno già rifiutato il piano di pace americano prima ancora che lo stesso venisse presentato.