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Francamente ci rimane difficile capire l’entusiasmo occidentale che circonda il raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano. E’ chiaramente un accordo sbilanciato a favore dell’Iran e lascia ampi margini di manovra agli iraniani specialmente sotto l’aspetto dei controlli.

Ma andiamo ad analizzarlo con più attenzione (anche se sinteticamente).

  • Gli iraniani manterranno la metà delle scorte dichiarate (che non necessariamente corrispondono a quelle reali) di uranio arricchito al 20%. Il motivo sarebbe quello di produrre combustibile per i reattori nucleari.
  •  L’Iran si impegna per la durata di sei mesi a fermare le attività di arricchimento dell’uranio a un livello superiore al 5%. Oltre a questo (presumibilmente per lo stesso periodo) l’Iran si impegna a non progredire nelle sue attività nei reattori di Natanz, Fordow e Arak (e tutti gli altri 15?).
  • L’Iran dichiara che non ci saranno altri siti di arricchimento dell’uranio (chi ci crede?).
  • L’Iran manterrà attive le sue attività di ricerca e sviluppo  (R&D practices) sul nucleare, comprese quelle riguardanti l’arricchimento dell’uranio purché non riguardino un arricchimento superiore al 5% (sempre sulla fiducia).
  • L’Iran si impegna a non fare il riprocessamento del materiale arricchito e a non creare nuovi siti di riprocessamento (sempre sulla fiducia), ma non a smantellare quelli esistenti.

I controlli

  • L’Iran si impegna entro tre mesi a fornire alla AIEA i dati relativi ai piani di sviluppo del programma nucleare iraniano comprese le piante dei vari centri. Sparita la richiesta avanzata dalla Francia di consentire totale e incondizionato accesso agli ispettori della AIEA a tutti i centri di sviluppo del nucleare iraniano, comprese le basi militari.
  • L’Iran si impegna a fornire alla AIEA il DIQ (Descriptive Information Questionnaire) del reattore di Arak e delle centrifughe IR-40 (ma senza accesso diretto).
  • L’Iran si impegna ad accettare visite senza preavviso degli ispettori della AIEA solo nei siti di Fordow e Natanz (già ampiamente ripuliti dopo che per mesi agli ispettori è stato impedito l’accesso)
  • L’Iran si impegna a fornire l’accesso agli ispettori anche al lavoro di assemblaggio delle centrifughe (sai che novità) e alle officine di produzione del rotore delle centrifughe (interessa a qualcuno?).

Cosa avrà in cambio l’Iran?

  • Fine dell’embargo sui prodotti petroliferi
  • Sblocco di 4,2 miliardi di dollari attualmente congelati in banche estere
  • Fine del blocco delle assicurazioni sui trasporti di petrolio
  • Sospensione della sanzioni USA e UE
  • Possibilità di acquisto di pezzi di ricambio per aerei (compresi quelli militari)
  • Nessuna nuova sanzione dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu (comprese quelle eventualmente riguardanti la politica estera iraniana impegnata in Siria e altri teatri anche con azioni terroristiche)
  • Nessuna nuova sanzione connessa a materiale nucleare dalla UE (questa è veramente ambigua)
  • L’amministrazione americana non applicherà nuove sanzioni all’Iran (qui Obama ha saltato a piè pari le prerogative del Congresso)
  • Predisporre un canale finanziario che faciliti gli “scambi umanitari” per esigenze interne all’Iran utilizzando i proventi del petrolio iraniano che ancora non sono stati sbloccati all’estero. In questo contesto sono compresi così tanti settori che sarà materialmente impossibile stabilire dove finiscono quei fondi.
  • L’Unione Europea aumenterà la soglia delle autorizzazioni per le transazioni commerciali.

Come si può vedere in cambio di molte promesse virtuali la comunità internazionale ha concesso moltissimo in termini reali. Sostanzialmente in cambio di parole senza fatti ha tolto tutte le sanzioni e ha lasciato praticamente intatta la capacita del programma nucleare iraniano di produrre ordigni nucleari.

E qualcuno chiama questo accordo un “accordo storico”.