Sono oltre 80 i missili lanciati in poche ore dalla Striscia di Gaza verso Israele, molti dei quali abbattuti dal sistema di difesa “Iron Dome”. «E’ un attacco contro Israele su larga scala» – fanno sapere dal Ministero della Difesa israeliano – «al quale non potremo che rispondere in maniera adeguata».
Tuttavia l’esercito israeliano non sembra intenzionato a implementare una seconda “operazione piombo fuso”, cioè un attacco militare su larga scala nella Striscia di Gaza, ma sembrerebbe indirizzato verso una serie di azioni militari “minori” e mirate a determinati obbiettivi. E poi si pensa ad attacchi aerei su obbiettivi militari e ad uccisioni mirate che abbiano come obbiettivo i leader dei gruppi terroristi che infestano la Striscia di Gaza.
In nottata si è tenuto un summit tra il Ministro della Difesa, Ehud Barak, il comandante di Stato Maggiore dell’esercito, Benny Gantz, il capo dei servizi segreti, Tamir Pardo, e i massimi livelli di Aviazione e Marina, un vero e proprio consiglio di guerra che doveva decidere quale risposta dare ai ripetuti lanci di missili dalla Striscia di Gaza. Per ora, come si è detto, la scelta sembra essere caduta su azioni limitate e mirate. Il Mossad ha fatto sapere che i leader di Hamas e dei vari gruppi terroristici si sono nascosti in alcune abitazioni civili, per cui la loro eliminazione potrebbe comportare anche la morte di innocenti (Hamas non si smentisce mai) per cui le azioni dal cielo dovranno essere limitate e condotte solo quando vi è l’assoluta certezza dell’obbiettivo. Se tutto ciò non dovesse fermare il lancio dei missili verso Israele allora si darà il via ad una azione militare più “articolata” con l’ingresso di truppe nella Striscia di Gaza.
Va detto che alcuni generali sarebbero per una azione più incisiva implementata sin da subito, ma il vizio di Hamas di farsi scudo dei civili comporterebbe un alto numero di vittime tra i civili stessi per cui al momento questa eventualità viene scartata.
Secondo Protocollo Israel