Una premessa: questo sito ha sempre supportato Matteo Renzi, ma dopo che ieri gli eurodeputati del PD hanno votato compatti a favore del riconoscimento della Palestina ci sovviene qualche dubbio. Non possiamo fare ameno di immaginarci Renzi che nell’incontro dell’altro ieri con il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, abbia dato sfoggio della sua battuta preferita: “Netanyahu stai sereno”. Sappiamo poi come è andata a finire.
Detto questo (da una che Renzi lo ha davvero sempre sostenuto) passiamo a parlare di quello che ieri è riuscito a fare il Parlamento Europeo in merito alla questione israelo-palestinese. In men che non si dica si è passati dal concetto di “terra in cambio di pace”, comunque miseramente fallito con l’operazione Gaza anche se opzione sempre valida, a “nulla in cambio di terra” che tradotto in lingua palestinese vuol dire “guerra in cambio di terra”. Solo poche ore prima si era riusciti a far cancellare Hamas dalla lista nera dei gruppi terroristici. Un caso? Noi non crediamo.
Crediamo invece che, anche con la complicità di Matteo Renzi che non poteva non sapere, sia passata la linea politica anti-israeliana di Federica Mogherini, qualcosa che nemmeno Catherine Ashton si era azzardata a fare pur con tutti i suoi affari con gli arabi e il suo conclamato odio verso Israele, quella cioè di mettere la Palestina sopra a tutto. Palestina Uber Alles. Ma per farlo si doveva prima di tutto legittimare una componente importante del Governo di Unità Nazionale palestinese: Hamas.
Ecco perché non crediamo alle coincidenze.
E adesso cosa succederà? Una parte del piano è andata in onda ieri sera quando la Giordania ha presentato, per conto della Palestina, una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nella quale si chiede il ritiro di Israele entro i confini del 1967, confini indifendibili. Qui sarà di fondamentale importanza il diritto di veto degli Stati Uniti, ma visti gli ultimi sviluppi non ci faremmo molto affidamento. Il resto del piano altro non è che la continuazione di quello già in corso: aiuti a pioggia alla Palestina (e quindi ad Hamas), azioni di boicottaggio dei prodotti israeliani se Israele non si piegherà ai diktat europei (boicottaggio per altro già ampiamente in corso), limitazione degli aiuti alla difesa israeliana da parte degli Stati Uniti. Insomma, il piano è mettere Israele alle strette per costringerlo ad accettare il piano ideato dalla Lega Araba e ripreso paro paro da Abu Mazen.
Cosa vuol dire questo? In sostanza significa ripetere lo sbaglio fatto con il ritiro dalla Striscia di Gaza, cioè permettere ad Hamas di prendere il controllo della Cisgiordania (le alture del Golan sono un discorso separato) e quindi trasformare la West Bank in una nuova Gaza. E qui torna la coincidenza temporale del togliere Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
Beh, lasciatemelo dire, è un piano davvero diabolico, un piano che mira dritto al cuore di Israele, non per costringerlo a cedere ai diktat europei e americani, ma proprio per toglierlo di mezzo. E sapete qual è la novità in tutto questo, che di questo piano ne fa parte a tutti gli effetti il nostro beneamato Premier, quel Matteo Renzi che durante le primarie disse che il vero pericolo per il Medio Oriente si chiamava Iran e che la questione palestinese era solo fumo negli occhi. Bene, quello stesso Matteo Renzi ha messo (fortemente voluto) Federica Mogherini alla guida della politica estera europea e non ha battuto ciglio sul voto dei suoi europarlamentari. Davvero complimenti. Un esempio di coerenza, un uomo di cui fidarsi ciecamente. Matteo stai sereno, per quel che conta qui non troverai più trippa per gatti.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Bianca B.
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