Basterebbe la brutale aggressione all’Ucraina iniziata il 24 febbraio per considerare la Russia uno stato canaglia. Quella aggressione per la prima volta dopo decenni ha riportato la guerra in Europa.
Lasciate perdere la tiritera della guerra del Donbass, per altro iniziata sempre grazie a Mosca e al “metodo Putin”. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky stava riportando la calma nel Donbass. Lo testimoniano i rapporti OSCE. Nel 2021 le violenze nel Donbass avevano provocato appena 16 vittime contro le 2.330del 2014/2015. Ed è questo che probabilmente non andava a genio a Putin.
Lasciate perdere anche la strampalata teoria che l’Ucraina fosse uno stato nazista e quindi da “denazificare”. Nemmeno nel battaglione Azov c’erano più gli estremisti di destra, comunque non più che in un qualsiasi battaglione occidentale. Zelensky è stato eletto presidente attraverso libere elezione ottenendo una maggioranza schiacciante (vera, non come quella di Putin). Niente quindi di nazista.
Non c’era quindi per la Russia nessunissima ragione di aggredire l’Ucraina se non quella di appropriarsi dei beni e dei territori di Kiev. A ben vedere quella russa non può nemmeno intendersi come vera e propria aggressione, ma come un atto di pura pirateria su larga scala.
Basti vedere cosa hanno fatto con l’acciaio dell’acciaieria Azovstal, con il grano e il mais ucraino, cosa hanno fatto gli affamati soldati russi durante l’occupazione dei territori vicino a Kiev. Hanno depredato di tutto e come veri pirati hanno violentato donne, torturato centinaia di persone e massacrato a loro piacimento.
I massacri, già, i massacri degli ucraini studiati meticolosamente a tavolino con l’intenzione di dare il via a un genocidio. Solo uno stato canaglia agisce così. Le città letteralmente rase al suolo con decine di migliaia di vittime civili. Solo uno stato canaglia può fare queste cose.
E quando sento che in Italia ci sono persone, intellettuali (sic), giornalisti e politici che sbraitano perché vorrebbero che l’Ucraina si arrendesse alla Russia, a questo stato canaglia, arrivando addirittura a definirsi “pacifisti”, la nausea cresce spontanea.
Non si tratta con uno stato canaglia. Non si tratta con uno stato che attraverso uno dei sui massimi rappresentanti qual’è Dmitry Medvedev rivolto all’occidente (cioè noi) dice che siamo bastardi, che ci odia e che ci farebbe volentieri sparire. Ha usato le stesse motivazioni che hanno portato all’invasione dell’Ucraina. Anche in quel caso l’intenzione era di far sparire ucraini e Ucraina.
Non si tratta con uno stato che usa la fame nel terzo mondo esasperandola bloccando il grano per costringere l’occidente a togliere le sanzioni, che a quanto pare funzionano più di quanto creda il povero Salvini.
Lo capiscano i pacifisti, o meglio i pacivendoli alla Santoro, alla Salvini, alla Travaglio e compagnia bella, che se è vero che la pace si fa con il nemico è altrettanto vero che la pace non si fa con i criminali di guerra o con gli stati canaglia.
Come con Hitler e la Germania nazista, i criminali di guerra stanno bene in prigione o sotto terra.