In tanti si sono chiesti i motivi per cui l’esercito Israeliano (IDF) ha dato il via alla più grande operazione militare in Cisgiordania dalla seconda intifada e perché la milizia di Abu Mazen lascia fare senza nemmeno cercare di intervenire.
I motivi sono diversi ma tutti riconducibili al tentativo da parte di una sezione speciale della Forza Quds iraniana di infiltrarsi in Cisgiordania al fine di aprire un nuovo fronte a ridosso del confine israeliano e di destabilizzare tutta l’area, compresa la Giordania.
Secondo l’intelligence israeliana la sezione speciale della Forza Quds delle IRGC appositamente creata per aprire un nuovo fronte terroristico in Cisgiordania e per destabilizzare il Regno di Giordania, lavora da mesi in stretta collaborazione con la Jihad Islamica Palestinese e con operativi di Hamas per introdurre nella West Bank e nel regno Hashemita una grande quantità di armi, nonché considerevoli somme di denaro per finanziare l’apertura del “fronte orientale”.
Non è un caso che i paesi arabi non abbiano contestato l’operazione israeliana in Cisgiordania se non con blande proteste formali. A dire il vero i paesi arabi non hanno fatto tragedie nemmeno per la guerra a Gaza. Sono i fanatici antisemiti occidentali a far tragedie perché nei paesi arabi i palestinesi vengono visti più come un peso piuttosto che come delle vittime. Quel tempo è passato, sepolto da anni di aiuti e fiumi di denaro andati in fumo o nei tunnel.
Ed è infatti il pericolo iraniano a preoccupare i paesi arabi non il destino di Hamas o del fantomatico “Stato Palestinese”, quello stesso pericolo che ha spinto alcuni paesi del Golfo e il Marocco a siglare con Israele gli storici Accordi di Abramo.
Il massacro del 7 ottobre è stato concepito e ordinato da Teheran proprio per impedire all’Arabia Saudita di entrare in quegli accordi. Per l’Iran sarebbe stato un cataclisma. Ora, visto come si sta mettendo a Gaza, gli iraniani cercano di aprire un fronte anche in Cisgiordania.
So che agli anti-israeliani antisemiti non piace la frase “azione preventiva”, stanno ore sui social a confutare con meme artefatti l’idea che una azione preventiva sia ammessa anche dal Diritto Internazionale. Però quella che stiamo vedendo in queste ore in Cisgiordania è proprio la tipica azione preventiva volta a impedire un nuovo 7 ottobre e soprattutto a impedire ai pasdaran iraniani di entrare in Cisgiordania.
Israele sta facendo, prima che sia troppo tardi, quello che l’Autorità Palestinese non riesce a fare con le proprie forze.
Ora le varie Rula Jebreal e compagnia cantante, a partire da Haaretz, si mettano pure il cuore in pace. L’operazione in Cisgiordania non ha nulla a che vedere con il facilitare fantomatiche colonie o espropriazioni di terreno da parte di ebrei estremisti. Su quello lo Stato Ebraico si è già espresso con una ferma condanna delle violenze sugli arabi. L’operazione in Cisgiordania ha tutt’altro obiettivo, un più che legittimo obiettivo condiviso anche dalla Giordania (al di là delle flebili proteste formali).
Capisco che per i molti in occidente che tifano per Hamas, per Hezbollah e per l’Iran questa operazione possa essere uno shock, ma non lo è per gli arabi. Magari provate a chiedervi perché.