La crisi ucraina sta decisamente intaccando – se non capovolgendo – molti luoghi comuni della politica estera mondiale.

Uno di questi è il rapporto tra Unione Europea e Israele, un rapporto sempre controverso per via dell’annosa questione palestinese che ha visto l’Europa quasi sempre schierata contro lo Stato Ebraico.

Sarà per questo che i media israeliani danno poco risalto alla visita in Israele di Ursula von der Leyen e di Mario Draghi, rispettivamente capo della Commissione Europea e Primo Ministro italiano.

Non è una questione di “poco rispetto” quanto piuttosto mero disinteresse per quello che Draghi e la von der Leyen hanno da dire a Gerusalemme.

Ambedue sembrano cercare risorse energetiche per sostituire quelle russe e credo che a Gerusalemme troveranno una autostrada su questo argomento a condizione però che vengano messe a tacere le pretese di Erdogan e quelle libanesi sui giacimenti israeliani e che vengano regolamentati quelli contesi.

Non solo, il ministro dell’Energia israeliano Karine Elharrar ha affermato che Israele potrebbe aiutare a soddisfare la domanda dell’UE se però fosse in grado di fornire gas dalle sue riserve offshore stimate in quasi 1.000 miliardi di metri cubi.

Questo implica la costruzione di un gasdotto, opera molto costosa (almeno tre miliardi) e non di certo immediata (due o tre anni) che però l’Unione Europea sarebbe in grado di finanziare.

È il famoso progetto EastMed che prevede la costruzione di un gasdotto da Israele verso Cipro, Grecia ed infine Italia e che tanto irrita Erdogan che vorrebbe invece la costruzione di un gasdotto verso la Turchia. Sarebbe il colmo liberarsi di Putin per passare a Erdogan. Quindi viva EastMed e in attesa si usino le navi gasiere da caricare in Egitto.

Non solo energia, anche difesa e sicurezza

Ma non c’è solo l’energia nella visita di von der Leyen e Draghi in Israele. Si parlerà anche di sicurezza e della Guerra in Ucraina.

Israele, inizialmente distaccato dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha avuto uno scossone dopo le parole del Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov con le quali mostrava al mondo tutto l’antisemitismo insito tra i russi arrivando addirittura a ipotizzare che Hitler fosse ebreo.

Poi c’è la situazione in Siria dove ci sarebbe in teoria un accordo tra Russia e Israele il quale prevede che lo Stato Ebraico possa attaccare le postazioni iraniane e quelle di Hezbollah in Siria a condizione che il tutto avvenga di concerto con i russi. In sostanza Israele dovrebbe avvisare i russi prima di colpire un obiettivo. Ebbene, in Israele sono sempre più convinti che qualcuno avvisi gli iraniani dei raid e per questo di recente ha iniziato a colpire in Siria senza avvisare Mosca mandando su tutte le furie i russi.

Per questi due motivi è cambiato anche l’atteggiamento israeliano verso l’aggressione russa all’Ucraina. Niente di eclatante, niente che si possa propagandare, ma qualcosa si sta muovendo in concerto con gli Stati Uniti e con gli altri alleati.

Quindi, anche se i media israeliani non danno troppa enfasi alla visita di Ursula von der Leyen e di Mario Draghi in Israele, in realtà in questi giorni si potrebbero decidere cose molto importanti che potrebbero impattare anche nel conflitto tra Russia e Ucraina. Di certo a Putin fischieranno le orecchie.