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E adesso le donne italiane non trovano più nemmeno lavoro a causa degli immigrati islamici. E’ successo a Jesolo dove l’associazione che raggruppa i gestori delle spiagge ha deciso di non assumere donne nel 2012 per il ruolo di controllore della spiaggia (beach stewart). Il motivo? Non sono gradite agli immigrati di fede islamica.

A spiegarlo al Corriere del Veneto è il numero uno di Federconsorzi, Renato Cattai, il qaule specifica che nella decisione di non assumere donne nel ruolo di beach Stewart non c’è una motivazione discriminatoria ma che quest’anno è stato deciso di assumere solo uomini perché le donne non sarebbero gradite ai venditori ambulanti di religione islamica, spesso clandestini, che frequentano quelle spiagge.

«Nel 2012 le ragazze hanno svolto benissimo il loro compito —dice Cattai al Corriere —ma abbiamo rilevato che in vari casi sono state motivo di tensione con gli immigrati e non certo per colpa delle operatrici». Il motivo? La diversa considerazione della donna nella religione musulmana. «Abbiamo riscontrato che il musulmano non tollera di essere rimproverato da una donna— continua Cattai —la considera un’offesa, si agita, risponde in malo modo, creando situazioni di tensione. E così abbiamo deciso di impiegare solo maschi».

Ecco qua. Costretti a piegarci anche di fronte alle prepotenze di immigrati islamici nonostante gli stessi immigrati sono nella maggioranza dei casi irregolari. Non si fanno lavorare le donne perché queste persone non gradiscono che sia una donna a rimproverarli e siccome, da quello che si è capito, più di una volta queste ragazze sono state prese pure a male parole (e, tra le righe si capisce che c’è scappato anche qualche ceffone) non è che per risolvere il problema si mandano a casa gli immigrati irregolari (che oltretutto vendendo roba taroccato commettono un altro reato) ma si preferisce non  assumere le donne. Bella soluzione del cavolo che non solo è discriminatoria, checché ne dica il sig. Cattai, ma è anche un grave cedimento di fronte alla prepotenza islamica che considera la donna come un essere inferiore.

Carlotta Visentin