Sulla presenza iraniana in Siria Putin se ne lava bellamente le mani senza però considerare che proprio quella presenza impedisce una seria pacificazione del Paese.
«Non è compito della Russia decidere se l’Iran debba o meno abbandonare la Siria» ha detto Putin durante un forum politico internazionale tenutosi a Sochi, in Russia. «Siria e Iran sono entrambi paesi indipendenti. Hanno bisogno di costruire le loro relazioni da soli e senza interferenze esterne» ha poi aggiunto il Presidente russo.
Putin ha rivendicato il fatto di aver contribuito all’allontanamento delle truppe iraniane dal confine con Israele ma poi ha aggiunto che «il ritiro completo delle forze iraniane è un’altra questione».
Secondo il Presidente russo alla Siria devono essere fornite garanzie di sicurezza prima di chiedere che la presenza iraniana in Siria venga azzerata. Questo dovrebbe avvenire con un dialogo tra Siria, Iran e Stati Uniti con la Russia a fare da negoziatore.
In realtà il tutto andrebbe discusso tra Siria e Israele, magari con la negoziazione di Russia e Stati Uniti ma senza l’Iran, perché se l’interesse comune è quello di pacificare completamente la Siria non si può prescindere né dal trattare con Israele né dal fatto che sia proprio la presenza iraniana in Siria a mettere in pericolo la tanto agognata pace.
Ma questo Putin lo sa benissimo. Il problema è che Mosca, checché se ne dica, non ha la forza politica sufficiente per chiedere a Teheran di lasciare il territorio siriano. Gli iraniani, insieme ad Hezbollah, hanno perso migliaia di uomini per garantirsi il famoso “corridoio sciita” che gli permette di creare un collegamento che va da Teheran a Beirut passando per Iraq e Siria. Non sarà quindi facile convincerli con le buone a lasciare il territorio siriano. Meglio allora lavarsene le mani e lasciare agli altri la responsabilità della guerra o della pace.
E se c’è una cosa sicura al 100% è che fino a quando l’Iran non lascerà completamente la Siria, Israele continuerà a colpire obiettivi iraniani in territorio siriano a prescindere dagli S-300 o da quello che vorrebbe la Russia.