Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si appresta oggi a votare una risoluzione presentata dall’Egitto che chiede di stabilire che tutti gli insediamenti esistenti non abbiano alcun valore legale e di dichiararli quindi come una “flagrante violazione del Diritto Internazionale”. Nel testo non si fa alcun riferimento all’incitamento alla violenza palestinese né al terrorismo che colpisce i cittanini israeliani.
Si accavallano in questi ultimi giorni di amministrazione Obama le risoluzioni contro Israele. Ce ne sono almeno altre due pronte, una proposta dalla Nuova Zelanda che viene giudicata più equa se non altro perché fa riferimento al terrorismo e chiede ai palestinesi di interrompere qualsiasi incitamento alla violenza e lo stop alle operazione di Hamas pur chiedendo anche a Israele di interrompere le operazioni di costruzione degli insediamenti. Secondo il ministro degli Esteri della Nuova Zelanda, Murray McCully, quella neozelandese sarebbe una risoluzione volta a mantenere in piedi la soluzione a due Stati. Poi c’è quella della Svezia che dal 1° gennaio entra a far pare del Consiglio di Sicurezza di cui assumerà la presidenza. Stando a quanto riferiscono diverse fonti quella svedese sarebbe molto simile a quella presentata oggi dall’Egitto e dai paese arabi con sole piccole differenze in merito a un richiamo alla stabilità del governo palestinese ma senza citare né l’incitamento alla violenza né gli attacchi di Hamas.
Appare evidente come all’Onu si tenti di spingere il Presidente americano uscente, Barack Obama, a non apporre il veto americano a queste risoluzione al fine di mettere in un angolo e isolare Israele. Sempre stando a diverse fonti diplomatiche Obama non farebbe passare la risoluzione di oggi presentata dall’Egitto e dai paesi arabi apponendo il veto, ma sembrerebbe ben disposto ad astenersi a quella neozelandese che andrebbe presentata prima del 20 gennaio, giorno in cui entrerà in carica Donald Trump. Ieri sera il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, via Twitter ha esortato il Presidente americano, Barack Obama, ad apporre il veto alla risoluzione che si vota oggi
Solo pochi giorni fa il Segretario Generale dell’Onu uscente, Ban ki-Moon, aveva ammesso clamorosamente che negli ultimi decenni in seno alle Nazioni Unite si era andato consolidando un forte pregiudizio contro Israele e che vi sono stati decenni di manovre politiche che hanno creato un volume sproporzionato di di risoluzioni, relazioni e conferenze volte a criticare e delegittimare Israele. Ora che siamo alla vigilia di un cambiamento che potrebbe veramente mutare le carte in tavola, i nemici dello Stato Ebraico tirano fuori tutte le armi possibili a loro disposizione per mettere dei paletti prima che entri in carica Donald Trump.
Scritto da Gabor H. Friedman