Anche la primavera araba in Tunisia, se mai c’è stata, è arrivata al capolinea. Dopo l’Egitto anche la Tunisia conosce le sollevazioni popolari contro i regimi islamici instauratisi dopo la caduta dei vecchi rais. A far detonare la situazione tunisina è stato l’omicidio di Chokri Belaid, leader dell’opposizione e apertamente critico contro il regime islamista.
Come in Egitto a comandare in Tunisia sono i Fratelli Musulmani che prendono il nome di “Partito Ennahda” e, sempre come in Egitto, hanno spinto il Paese verso una feroce islamizzazione a scapito della democratizzazione. Affiancati dai salafiti, ai quali hanno delegato il lavoro sporco, i Fratelli Musulmani tunisini hanno progressivamente introdotto la Sharia in Tunisia instaurando un vero e proprio clima di terrore attaccando tutti coloro che si opponevano all’islamizzazione del Paese e chi non rispettava alla lettera i dettami della legge islamica.
Uno di questi era proprio Chokri Belaid, fulminato ieri davanti a casa sua da dei killer islamici che poi sono andati a gioire sui social network e sui forum islamici che ancora questa mattina inneggiavano all’omicidio dell’oppositore al regime islamico. Ma questa volta la gente non ha accettato passivamente gli eventi imposti dagli islamisti, questa volta il popolo tunisino si è ribellato ed è sceso in piazza costringendo il Premier, Hamadi al Jebali, a rilasciare una dichiarazione in cui annunciava lo scioglimento del Governo e la creazione di un Governo di Unità Nazionale.
Ma a parte la fredda cronaca degli eventi, quello che ci preme sottolineare è la fine del falso mito della “primavera araba”, un mito alimentato dalle sinistre occidentali e da una errata valutazione del Presidente Obama che sin dai primi istanti delle prime rivolte ha puntato tutto sulla Fratellanza Musulmana giudicandola un “movimento islamico moderato” quando invece altro non è che un movimento razzista, nazista e antisemita, un movimento prepotente che punta a imporre a tutti gli altri i propri principi. Nulla di democratico quindi ed Egitto e Tunisia sono li a dimostralo.
Cosa succederà ora? Nessuno lo sa, ma sarebbe un importante passo avanti se l’Amministrazione americana facesse un “mea culpa” e mettesse in atto azioni concrete per restituire a questi Paesi la loro dignità e la loro democrazia togliendo ogni tipo di appoggio alla Fratellanza Musulmana. Questo a partire dall’Egitto, bloccando ogni tipo di finanziamento sia americano che del Fondo Monetario Internazionale, passando per la Tunisia e la Libia, ormai diventati un vero bacino di estremismo islamico a due passi dai confini europei.
La cosiddetta “primavera araba” non c’è mai stata o, se c’è stata si è vista solo ai primordi delle rivolte. Poi gli islamici estremisti si sono appropriati delle richieste di democrazia dei giovani e ne hanno fatto scempio. Ora è evidente a tutti. E se adesso occorrerà appoggiare coloro che chiedono vera democrazia in questi Paesi andrà fatto senza titubanza, non fosse altro che per rimediare agli errori del passato.
Adrian Niscemi