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Rights Reporter > Medio Oriente > Primi morti nelle proteste in Iran. Ma non sono palestinesi e tutto tace
Medio Oriente

Primi morti nelle proteste in Iran. Ma non sono palestinesi e tutto tace

By Sadira Efseryan Published 1 Luglio 2018

Iran sull’orlo di una rivolta generalizzata e questa volta non sono solo i giovani delle città a protestare come avvenne nel 2009 ma la protesta parte dalle città periferiche, da quelle zone cioè che da sempre sono lo zoccolo duro del regime degli Ayatollah.

«Morte a Khamenei» gridavano i manifestanti di Khorramshahr. «Siamo stati derubati e ingannati nel nome della religione» dicevano gli anziani che ben presto si sono uniti ai giovani nella protesta contro un regime che sta affamando il proprio popolo. La reazione dei pasdaran è stata quella che purtroppo ci siamo abituati a vedere in Iran: sparare ad alzo zero sui manifestanti. Risultato, almeno quattro morti, decine e decine di feriti.

Le immagini diffuse sul web sono impietose e mostrano i manifestanti scontrarsi con le Guardie della Rivoluzione che rispondono sparando anche con armi automatiche sulla folla ad alzo zero.

Proteste generalizzate

A differenza delle proteste del 2009 che avevano visto protagonisti principalmente i giovani delle grandi città mentre le zone rurali erano rimaste sostanzialmente al fianco degli Ayatollah, questa volta il cuore della protesta sono proprio le zone rurali e le città minori, cioè quell’area che da sempre sostiene il regime teocratico. La guida suprema, Ali Khamenei,viene contestato apertamente, il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica per la prima volta viene accusato apertamente di essersi arricchito alle spalle della popolazione. Non è quindi una rivolta qualsiasi.

Imbarazzante silenzio europeo

Gli iraniani non hanno la fortuna di chiamarsi “palestinesi”, quindi le loro proteste che ormai vanno avanti da mesi vengono sistematicamente ignorate sia dai media europei che dalla politica, più preoccupata di perdere affari che del destino di un popolo e dei soprusi che è costretto a subire da parte di un regime sanguinario come quello degli Ayatollah. Se quei quattro morti fossero stati palestinesi e se a sparare fossero stati gli israeliani invece che i killer dei pasdaran a quest’ora tutte le prime pagine dei giornali sarebbero state pieni di titoli a caratteri cubitali. Ma gli iraniani non sono palestinesi e i killer dei Pasdaran non sono israeliani, quindi tutto tace.

Il mondo si prepara alla possibile caduta del regime

Intanto il mondo si prepara alla possibile caduta del regime e alle ripercussioni che questo potrebbe avere sull’economia globale. Ieri l’Arabia Saudita ha annunciato che aumenterà la produzione di petrolio per compensare la mancata immissione sul mercato del petrolio iraniano. Le aziende che avevano stretto affari in Iran dopo la firma dell’accordo sul nucleare iraniano stanno facendo rapidamente marcia indietro e annullano i contratti. Così stanno facendo le banche occidentali che non trattano più con le banche iraniane.

TAGGED: ayatollah, iran, proteste in iran

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