Pro-pal o pro-Hamas? L’entità palestinese che non vuole diventare Stato

Stanno cercando di trasformare una entità in uno Stato senza pensare alle conseguenze che ne derivano per i palestinesi (che infatti non lo vogliono)

By Franco Londei - Editor

E adesso in teoria dovrei scrivere qualcosa che spieghi ai pro-pal perché riconoscere la Palestina è sbagliato prima di tutto per i palestinesi che non l’hanno mai voluta. 

Dovrei scrivere qualcosa che convinca i pro- pal che riconoscere la Palestina è solo un gesto simbolico che prima di tutto fa un piacere ad Hamas, che infatti ringrazia a social unificati.  

Dovrei anche scrivere qualcosa sul fatto agli arabi dei palestinesi non gliene importa nulla, anzi, più gli stanno lontani e meglio è, salvo quando li schiavizzano per farli lavorare a due soldi nei ricchi emirati del Golfo. Ed è per questo che non mi spiego tutto questo odio da parte dei pro-pal per gli israeliani che oltre a dare lavoro a centinaia di migliaia di palestinesi li pagava come si deve.  

Prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, si stima che lavorassero in Israele e negli insediamenti israeliani circa 193.000 palestinesi, la maggior parte dei quali provenienti dalla Cisgiordania. Questo numero rappresentava circa un quinto della forza lavoro della Cisgiordania. 

Dopo l’attacco, Israele ha revocato i permessi di lavoro a migliaia di palestinesi. Attualmente, la situazione è cambiata radicalmente: 

  • Lavoratori autorizzati: Solo circa 8.000 palestinesi della Cisgiordania sono stati autorizzati a tornare a lavorare in Israele. 
  • Lavoratori negli insediamenti: Altri 10.000 palestinesi continuano a essere impiegati negli insediamenti israeliani, dove i permessi potrebbero non essere stati completamente revocati. 
  • Perdita di lavoro: Oltre 80.000 palestinesi, molti dei quali operai edili, hanno perso la possibilità di lavorare in Israele, con conseguenze economiche significative per le loro famiglie. 

A questo punto dovrei scrivere qualcosa che spieghi ai pro-pal quanto è costato ai palestinesi in termini di lavoro e quindi in termini economici l’attacco del 7 ottobre 2023.  

E giusto che ci sono dovrei anche scrivere qualcosa che spieghi ai pro-pal che il riconoscimento della Palestina vorrebbe dire anche la fine degli aiuti internazionali a fondo perduto, perché uno Stato vero crea una moneta e poi fa debito per le sue esigenze di welfare, altrimenti non è uno Stato, è una entità.  

Ecco, forse dovrei scrivere qualcosa che spieghi l’entità palestinese ai pro-pal, ma la mia lunghissima esperienza mi dice che per l’ennesima volta sprecherei tempo, che potrei spiegare in mille modi che grosso favore politico hanno fatto ad Hamas quegli Stati che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina senza spiegare come avrebbero trasformato una entità in Stato.  

Quindi non scriverò niente. A no, una cosa la voglio dire: ma siamo sicuri che questi cosiddetti “pro-pal” siano veramente pro-palestinesi? Cioè, siamo sicuri che tutto quello che fanno sia per il bene dei palestinesi? A me sembrano molto più pro-Hamas, gruppo terrorista al quale dei palestinesi e della Palestina non importa un bel niente.  

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Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter